“Ricostituiamo il califfato!”. Intervista a Ridha Belhaj

Intervista Ridha Belhaj, porta voce del partito tunisino della Liberazione islamica.

di Ghazy Eddaly –

“Lo Stato del califfato non odia nessuno, ma rifiuta  l’oppressione e l’ingiustizia”.

Il partito della Liberazione islamica é un movimento molto conosciuto nel mondo arabo, il cui primo obbiettivo é la ricostituzione dello Stato del califfato; ideato nel 1954 a Gerusalemme, si è poi diffuso in alcuni paesi islamici, fra i quali la Tunisia, dove, nel 1973, alcuni giovani diedero vita alla versione locale del movimento. Gli esponenti del gruppo vennero tuttavia arrestati e condotti in carcere durante il periodo delle dittature di Bourghiba e di Ben Alì, fino al loro rilascio avvenuto in occasione della Rivoluzione del 2011: nonostante avessero preso parte alle proteste della Primavera Araba, non hanno ottenuto il permesso di ricostituirsi in partito politico.
Ridha Belhaj  era presente alla riapertura dell’Università coranica della Zaytouna, tenutasi a Tunisi il 21 aprile scorso, ed ha accettato di rispondere alle domande poste da Notizie Geopolitiche.
– Con una storia di oltre 1200 anni, chiusa nel 1979 da Bourghiba, riapre oggi l’Università della Zaytuna. Quali le prospettive e quali le sfide?
Tradizionalmente la Zaytouna è il centro della società e dello Stato islamico, indica il contatto con Allah, rafforza i rapporti fra i credenti e li raccoglie attorno ad un’unica guida, l’Imam. Riveste inoltre il ruolo di un importante legame fra le generazioni ed assume così un alto valore simbolico, come già avviene per la moschea di al-Azhar in Egitto. Per questo reputo sia stato importantissimo riattivarla e renderle la sua posizione originaria, con gli obiettivi di ridare un ruolo alla scienza islamica attraverso i suoi meccanismi e lontana da ‘fatwa’ inutili e senza valore; di attribuirle la leadership ed essere quindi di riferimento per le altre moschee, ad esempio nella scelta dell’imam o nell’organizzazione di corsi e di attività formative; di separare l’intervento dello Stato dalle tematiche religiose. Un risveglio islamico, quindi, favorito da una buona atmosfera”.
– Lei rappresenta il partito della Liberazione islamica: che ruolo ha avuto il suo movimento nella ricostituzione dell’Università?
Il nostro impegno non è soltanto per la Zaytouna, ma anche per tutto il mondo islamico. I nostri giovani avvocati, presenti qui oggi, hanno lavorato duramente per questo obiettivo. Noi vogliamo andare oltre ed avere un ruolo leader nella ricostituzione del cosiddetto ‘califfato’”.
– Ipotizziamo che possa nascere il califfato: che rapporti dovrà avere con il resto del mondo?
Il concetto di califfato è quello di un unico Stato per tutti i musulmani e regola il loro rapporto con il resto del mondo. Non odia nessuno, ma rifiuta di essere trattato con modi falsi, come pure l’umiliazione, il colonialismo culturale ed economico. Tutt’ora, infatti, noi musulmani subiamo gli attacchi da parte di chi cerca di impedirci di applicare la legge islamica: abbiamo bisogno di una posizione di forza, per essere in grado di poter decidere liberamente che forma di gestione darci”.
– Il sospetto è che il primo obiettivo del califfato sia quello di arrivare alla questione palestinese…
La geografia dello Stato islamico è illimitata ed è per tutti i musulmani: di certo dopo la sua istituzione la prima preoccupazione sarà quella dei palestinesi, ovvero di mettere fine alle ingiustizie ed alle oppressioni che li riguardano”.