Roma, 15 settembre: La particolarità della diplomazia del Kazakistan

di Domenico Letizia –

Si svolgerà il 15 settembre il Convegno “Diplomazia nella steppa. Il Kazakhstan tra ONU e crisi siriana”, organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) e che vedrà tra i relatori Tiberio Graziani, presidente IsAG, Assylbek Tauassarov, Consigliere dell’Ambasciata del Kazakhstan, Giorgio Malfatti di Monte Tretto, già primo ambasciatore italiano nel Kazakhstan indipendente, Aldo Ferrari dell’Università di Venezia, Fabio Squillante, direttore di Agenzia Nova, Lorena di Placido, Giannicola Saldutti e come moderatore Dario Citati. Il Kazakistan è al centro dell’attenzione politica attuale. Dal 10 giugno e fino al 10 settembre 2017 si sta svolgendo ad Astana, Expo 2017: l’esposizione internazionale che si colloca tra le due esposizioni universali di Milano e Dubai dedicata al tema dell’energia del futuro. Un evento per raccogliere e far conoscere le tecnologie e le politiche più innovative in tema di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2. Ma, la più grande vittoria resta l’affermazione della Repubblica del Kazakistan nel panorama geopolitico internazionale. La Repubblica del Kazakhstan, la più vasta dell’Asia centrale, sta dimostrando un grande attivismo diplomatico nei formati multilaterali ben al di là dei suoi interessi legati all’Asia e al Caucaso. Per il biennio 2017-2018, essa entrerà a far parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in qualità di membro non permanente; ha promosso un importante progetto di disarmo nucleare, l’ATOM project; negli anni scorsi ha promosso processi di integrazione nello spazio ex sovietico, quali ad esempio l’Unione Eurasiatica, mantenendo al contempo forti relazioni con l’Occidente anche quando quest’ultimo è entrato in crisi con la Russia e partecipando con decisione e concretezza ai lavori dell’OSCE. Il risultato più visibile del suo impegno diplomatico sono forse stati però i colloqui di Astana sulla Siria, avviati nel 2017: la Repubblica centroasiatica è divenuta infatti la sede del negoziato sulla più grave crisi internazionale, un negoziato parallelo e non sostitutivo a quello di Ginevra. I grandi cambiamenti in Kazakhstan sono impossibili senza una metamorfosi della coscienza pubblica e del ruolo che il paese può occupare nello scenario geopolitico mondiale. Questo è il messaggio principale lanciato dal presidente Nursultan Nazarbayev. Un futuro che sembra così mutevole e difficile a causa dell’accelerazione di tutti i processi tecnologici e l’aumento della competitività delle economie mondiali. Il Kazakhstan costituisce un caso estremamente particolare di sviluppo politico, economico e culturale, ponendosi come l’elemento più dinamico dell’area centro-asiatica. Uno sviluppo destinato a continuare, anche grazie alla posizione geografica del paese, che potrebbe accrescere ulteriormente la sua centralità grazie agli imponenti progetti infrastrutturali che dovrebbero collegare la Cina all’Europa nei prossimi decenni e soprattutto una grande azione diplomatica pragmatica e molto intelligente. A tutte queste ragioni di interesse occorre aggiungere anche il fatto che i rapporti economici tra il Kazakhstan ed il nostro paese sono molto intensi ed in continua crescita. Per molti aspetti, quindi, il Kazakhstan merita più attenzione di quella dedicata. Il tentativo dei lavori convegnistici sarà quello di trarre un bilancio e indagare le prospettive della diplomazia kazaka ispirata al principio della “multivettorialità” e il contributo che essa può dare nella mediazione delle grandi crisi internazionali. Ma il tema è centrale soprattutto per il futuro, non solo in termini di ambiente e di salute pubblica ma anche in relazione alla crescita economica e sociale delle comunità che vivono sul nostro Pianeta. Ed è per questo che, nelle intenzioni degli organizzatori, non si può fare a meno di avviare un confronto tra i vari governi che prenda in seria considerazione le problematiche che i Paesi in via di sviluppo si trovano a dover affrontare, anche in termini degli effetti dei cambiamenti climatici sulle economie locali. Importante sottolineare anche gli ottimi rapporti tra Italia e Kazakistan. “Per un quarto di secolo tra Italia e Kazakhstan si è stabilito un proficuo dialogo politico, è stata creata una base giuridica solida, si è sviluppata cooperazione nelle sfere del commercio-economico, culturale e umanitario. La firma di un Trattato di partenariato strategico interstatale del 2009 è un evento rilevante e la conferma dello status speciale delle relazioni kazako-italiane. E’ stato inoltre stabilito un rapporto di fiducia nel quadro delle organizzazioni internazionali quali l’Onu, l’Osce e altri. Il Kazakhstan e l’Italia detengono posizioni simili su questioni fondamentali dell’agenda internazionale, che ha contribuito notevolmente nell’interazione tra i due Paesi nell’ambito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2017”. E’ quanto si legge in una nota inviata dall’ambasciatore del Kazakhstan in Italia, Sergey Nurtayev, in occasione del recentissimo 25esimo Anniversario della creazione di rapporti diplomatici tra la Repubblica del Kazakhstan e la Repubblica Italiana, del 21 agosto. Commercio ed economia quindi, ma soprattutto un grande ed intuitivo processo diplomatico internazionale.