Romania. Il premier Orban si è dimesso ma è pronto a presiedere una nuova coalizione di governo

di Alberto Galvi –

Le elezioni legislative rumene hanno decretato la vittoria del partito nazionalista e populista di opposizione PSD (Social Democratic Party) contro il partito di governo del PNL (National Liberal Party) che sostiene una più stretta integrazione nell’Ue. Tuttavia è improbabile che il PSD prenda il comando, poiché il PNL, il partito del dimissionario primo ministro Ludovic Orban ha più potenziali alleati e per questo dovrebbe essere nominato dal presidente Klaus Iohannis per formare un nuovo governo di coalizione.
L’affluenza alle urne di questa tornata elettorale è stata al minimo storico con il 33 per cento degli aventi diritto che hanno votato, la più bassa da quando la Romania non è più una Repubblica popolare dopo il crollo del comunismo nel 1989. Le cause di tutto ciò vanno ricercate nei decenni di indifferenza da parte degli elettori per le riforme fallite, aggravate dai timori sul contagio del coronavirus.
Negli ultimi anni milioni di cittadini rumeni, che sono tra i più poveri dell’Ue, si sono trasferiti all’estero in cerca di vite migliori, in particolare negli Stati membri dell’Ue come il Regno Unito, la Germania, l’Italia, la Spagna e la Francia.
Tuttavia è improbabile che il PSD e il suo leader Marcel Ciolacu prendano il comando del Paese, poiché il partito del primo ministro Ludovic Orban ha più potenziali alleati ed è visto meglio da Bruxelles. Le accuse nei confronti del PSD quando governava la Romania con l’allora premier Liviu Dragnea erano quelle di soppressione dell’indipendenza dei tribunali sovvertendo lo stato di diritto come era successo in Polonia e Ungheria, accuse che però aveva sempre negato. Il PSD ha vinto le precedenti elezioni del 2016, ma il partito ha dovuto affrontare massicce proteste anticorruzione e controversie con l’Ue su riforme giudiziarie controverse e scandali sui trapianti.
Il PNL potrebbe provare a cercare una coalizione che includa l’alleanza USR-PLUS (Save Romania Union – Liberty Unity Solidarity Party) e l’UDMR (Democratic Alliance of Hungarians in Romania). Il suo programma prevede di riformare il servizio civile rumeno e di rafforzare la sanità pubblica e i sistemi educativi del Paese. Il PNL un anno fa ha preso le redini di un governo di minoranza, dopo che il PSD aveva affrontato diversi rimpasti di governo
Il parlamento rumeno è bicamerale ed è composto dalla Camera dei deputati e dal Senato. In questa tornata elettorale si è rinnovata solo la Camera dei deputati che è composta da 329 membri eletti direttamente nelle circoscrizioni uninominali con candidatura multipla, con la possibilità per uno stesso candidato di presentarsi contemporaneamente in più circoscrizioni, compresi i 4 seggi per la diaspora per lista di partito, con voto di rappresentanza proporzionale, mentre i membri sono eletti per un mandato di 4 anni. I partiti entrati alla Camera dei deputati sono: PSD, PNL, USR-PLUS, UDMR, PMP (Popular Movement Party), PRO (Romania Social Liberal) e AUR (Alliance for the Unity of Romanians).
Nonostante le sue dimissioni il primo ministro di centrodestra Ludovic Orban intende partecipare ai prossimi negoziati per riuscire ad ottenere un potenziale governo di coalizione con l’alleanza centrista del USR-PLUS e il partito di centrodestra UDMR. Tra le riforme annunciate il governo potrebbe perseguire un’importante correzione di bilancio dopo le elezioni, con tasse più elevate e l’incremento dell’aliquota IVA.