Romania. Un grande passo verso l’indipendenza energetica

di Antoniu Martin –

Nel contesto della guerra in Ucraina l’energia è diventata il settore economico su cui tutti gli occhi sono puntati. E’ conosciuto l’alto livello di dipendenza europea dal gas russo e i paesi europei stanno risentendo, in misura maggiore o minore, gli effetti della crisi energetica: aumento dei prezzi, inflazione, contrazione economica.
I dati della Commissione europea per il 2020 mostrano che la Romania è lo stato più indipendente dell’Unione Europea in termini di importazioni di energia, con solo il 28% importato, mentre la Germania ha un grado di dipendenza dalle importazioni del 64% e l’Italia del 73%.
Nel contesto in cui l’Unione Europea mira, entro il 2030, a ridurre a zero la propria dipendenza energetica dalla Federazione Russa, la Romania, che dispone di una diversità di risorse energetiche, può diventare indipendente in questo campo. Gli analisti rumeni ed europei affermano che ciò potrebbe essere raggiunto entro il 2026 o il 2027.
Un grande passo in questa direzione è stato compiuto il 3 maggio 2022 con l’acquisto da parte della società rumena “ROMGAZ” della partecipazione detenuta previamente dalla società americana “EXXON” nel Mar Nero, che apre la strada allo sfruttamento da parte dei rumeni dei giacimenti di gas al largo della costa.
Secondo il primo ministro rumeno Nicolae Ciucă la speranza è che entro il 2026 inizi lo sfruttamento di questo importante giacimento, che garantirà “la stabilità e la prevedibilità del settore energetico rumeno”. Inoltre questa importante impostazione economica con valenze strategiche consentirà alla Romania, secondo i funzionari di Bucarest, di diventare un fornitore energetico regionale e a livello dell’Ue.
La Romania sta quindi emergendo come un paese sempre più attrattivo per gli investimenti occidentali, tanto più che il suo ruolo strategico come fornitore di sicurezza energetica nell’area del Mar Nero è cresciuto in modo significativo.