Ruanda. Kinshasa e Kigali concordano i colloqui di pace per porre fine alle tensioni nell’Est della RDC

di Alberto Galvi

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha riferito che la RDC (Repubblica Democratica del Congo) e il Ruanda hanno concordato di avviare colloqui per allentare la tensione e i combattimenti nell’est della RDC. Inoltre Blinken ha sollevato preoccupazioni sui diritti umani e sulla detenzione del residente permanente negli Stati Uniti Paul Rusesabagina.
A Paul Rusesabagina è stato attribuito il merito di aver salvato centinaia di persone durante il genocidio del Ruanda del 1994: è stato portato in Ruanda con false pretese nel 2020 e l’anno scorso è stato condannato a 25 anni di carcere per accuse legate al terrorismo. Il ministro degli Esteri ruandese Vincent Biruta ha dichiarato che il governo non ha violato alcuna legge.
Blinken è in Ruanda come ultima tappa di un tour in tre nazioni africane, con Washington cerca di contrastare l’offensiva del Cremlino nel continente che ha visto impegnato in luglio il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Le precedenti tappe del tour africano di Blinken sono state in Sudafrica e nella RDC.
Le tensioni diplomatiche tra la Kinshasa e Kigali aumentano ancora una volta il rischio di conflitti nella parte orientale della RDC, e indicano che i precedenti accordi tra la RDC e il Ruanda sono stati disattesi.
I presidenti del Ruanda e della RDC, Paul Kagame e Felix Tshisekedi, hanno concordato rispettivamente di aprire comunicazioni dirette volte a porre fine alle tensioni, ma si sono accusati a vicenda di sostenere i gruppi ribelli nella regione cronicamente instabile.
Entrambi sono pronti a riprendere i colloqui nel contesto del processo di Nairobi contro i gruppi armati. I due paesi hanno accolto con favore il continuo impegno degli Stati Uniti a sostegno degli sforzi di mediazione a guida africana. Il processo di Nairobi è stato un’iniziativa del presidente uscente del Kenya, Uhuru Kenyatta.