RUSSIA. Ashton, ‘discuteremo anche di caso Magnitsky e di Ong’

TMNews –

Ashton CatherineNon sarà un summit facile quello che comincerà oggi a Ekaterinburg tra Russia e Unione europea. Il ministro degli Esteri Ue Catherine Ashton ha spiegato oggi, in un’intervista all’agenzia di stampa Interfax, che verranno poste alcune questioni su cui Mosca è molto irritabile: il caso Magnitsky e il trattamento delle organizzazioni non governative (Ong). “Noi chiederemo come mai un caso come quello dell’avvocato Sergei Magnitsky, che è morto in carcere più di tre anni fa, è stato chiuso senza che nessuno sia stato considerato responsabile della sua morte, mentre (la vittima) è attualmente sotto processo, in maniera postuma”, ha spiegato Ashton, evocando un caso che ha già danneggiato i rapporti tra Russia e Stati uniti. Magnitsky, un avvocato rappresentante di un fondo di investimento, fu arrestato nel 2009 per una serie di reati fiscali. Fu trovato morto in carcere a novembre di quell’anno e il suo caso diventò una questione internazionale perché pone ulteriormente in dubbio il rispetto dei diritti umani nella Russia putiniana.
Sulla base di questo caso, gli Stati uniti hanno deciso un embargo nei confronti di una serie di funzionari russi, inseriti nella cosiddetta “lista Magnitsky”, collegati al caso. Mosca ha reagito mettendo in campo una serie di limitazioni nei rapporti con Washington, tra i quali il divieto per le coppie americane di adottare bambini in Russia. Anche in Europa il caso Magnitsky ha avuto un’ampia eco e nel 2010 l’Europarlamento ha approvato una risoluzione in cui chiedeva di vietare a 60 funzionari russi connessi col caso l’ingresso nei paesi Ue il congelamento dei loro beni che si trovino nel territorio dei paesi membri Ue. L’altro tema caldo è quello delle organizzazioni non governative (Ong) che, sulla base di una nuova legge, sono state oggetto negli ultimi tempi di pesanti attenzioni da parte dei servizi di sicurezza russi.
“Noi dovremmo anche essere in grado di discutere il pacchetto di nuove leggi che che influiscono sul lavoro della società civile e la recente repressione di diverse organizzazioni”, ha spiegato Ashton. A marzo le autorità russe hanno avviato una campagna di verifica senza precedenti sulle ong russe e occidentali che lavorano nel paese. I controlli riguardano il rispetto della recente legge che obbliga le organizzazioni beneficiarie di finanziamenti dall’estero e che svolgono “attività politica” a iscriversi al registro degli “agenti stranieri” e a presentarsi come tali nelle loro attività pubbliche. Il termine “agente stranieri” si applicava in epoca staliniana agli oppositori reali o presunti, che all’epoca venivano fucilati o inviati nei gulag. Negli anni 70 e 80 veniva applicato dalle autorità sovietiche anche ai dissidenti accusati di essere a libro paga delle potenze occidentali.