di Giuseppe Gagliano –
La Russia sta riuscendo ad aumentare le entrate petrolifere nonostante le sanzioni occidentali grazie a una rete sempre più complessa di spedizioni e di scambi. Gli esportatori russi stanno vendendo il petrolio agli acquirenti indiani con sconti sempre più ridotti, passando da 20 dollari al barile nel 2023 a circa 3-3,50 dollari al barile nel giugno 2024. Questo fenomeno evidenzia come la Russia stia trovando nuovi acquirenti e come un numero crescente di navi stia operando al di fuori del controllo occidentale, permettendo a Mosca di aggirare le restrizioni imposte dall’occidente. Il prezzo massimo di 60 dollari al barile imposto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea ha inizialmente causato una carenza di navi disponibili per il trasporto del greggio russo, con costi di trasporto che sono saliti fino a 20 milioni di dollari per viaggio, ma tali costi sono ora scesi a circa 5-5,5 milioni di dollari, avvicinandosi ai livelli pre-guerra. Anche con sconti ridotti, il petrolio russo rimane economicamente vantaggioso per le raffinerie indiane rispetto ad altri fornitori come l’Arabia Saudita. L’India, paese di un miliardo e mezzo di persone, ha incrementato le importazioni di petrolio russo raggiungendo un picco di nove mesi ad aprile, e sia il governo indiano che quello cinese hanno promesso di rafforzare la cooperazione energetica con Mosca. Nonostante ciò le entrate petrolifere della Russia sono ancora inferiori rispetto a prima della guerra, con il greggio degli Urali che viene scambiato a un prezzo inferiore rispetto al benchmark Brent. Le sanzioni hanno privato la Russia di almeno 100 miliardi di dollari in entrate petrolifere e hanno causato perdite significative per Gazprom a causa della riduzione delle importazioni europee. Tuttavia la Russia ha investito miliardi in nuove infrastrutture di spedizione per operare al di fuori del regime del tetto massimo di prezzo, spostando i fondi che altrimenti sarebbero stati destinati a spese militari. Le autorità occidentali, compreso il G7, continuano a cercare modi per rendere più costoso per la Russia vendere il petrolio.
Il quadro dimostra la capacità della Russia di adattarsi e trovare nuovi mercati per il suo petrolio, nonostante le pesanti sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea. L’India, diventata il principale acquirente di petrolio russo, rappresenta una svolta significativa, poiché New Delhi non ha aderito alle sanzioni contro Mosca. Questa relazione crescente tra India e Russia sottolinea una ristrutturazione delle alleanze economiche e politiche in risposta alle pressioni occidentali.
Gli sconti sul prezzo del petrolio russo venduto all’India suggerisce che Mosca ha trovato un modo per mitigare l’impatto economico delle sanzioni, utilizzando una rete complessa e in crescita di navi e intermediari che operano al di fuori della giurisdizione occidentale. Questo sviluppo evidenzia la resilienza della Russia nel mantenere le proprie entrate petrolifere, nonostante le restrizioni internazionali.
L’aumento del numero di petroliere coinvolte nel trasporto di petrolio russo, molte delle quali operano al di fuori delle normative occidentali, segnala una sfida diretta alla capacità dell’occidente di controllare il commercio globale di energia attraverso sanzioni. La creazione di una “flotta ombra” evidenzia come la Russia stia investendo significativamente in infrastrutture di trasporto alternative per continuare le sue esportazioni.
La situazione illustra anche le tensioni in crescita tra le potenze occidentali e le nazioni emergenti che scelgono di mantenere relazioni commerciali con la Russia. Questo potrebbe portare a una polarizzazione geopolitica più marcata, con paesi come India e Cina che rafforzano i loro legami con Mosca in contrapposizione all’occidente.
L’impatto economico delle sanzioni sulla Russia, sebbene significativo, non è stato sufficiente a costringerla a cambiare la sua politica estera o le sue azioni in Ucraina. Questo solleva interrogativi sull’efficacia delle sanzioni come strumento di pressione geopolitica e sulla necessità di strategie alternative per affrontare le sfide poste dalla politica estera russa.
In sintesi la notizia riflette una dinamica geopolitica complessa in cui la Russia dimostra capacità di adattamento e resilienza economica, mentre l’Occidente deve confrontarsi con l’efficacia limitata delle sue sanzioni e le implicazioni a lungo termine delle nuove alleanze emergenti.