di Guido Keller –
Il giornale finanziario russo Kommersant ha riferito che sono state presentate accuse contro quattro individui dell’Inguscezia, i quali avrebbero modificato fucili d’assalto Kalashnikov e attaccato lo scorso 22 marzo gli spettatori nella sala da concerto Crocus City Hall a Mosca. In base alle indagini i complici dei terroristi sarebbero collegati al gruppo “Batalkhadzhintsy”, la cui ala militare risulta essere specializzata nel commercio illegale di armi e nella commissione di altri crimini, tra cui l’omicidio del capo del Centro inguscio dei servizi segreti Eldzharkiev.
Da qui sarebbero emersi collegamenti con l’Ucraina, in quanto uno dei leader dell’ala militare del “Batalkhadzhintsev”, Ilyas Belkhoroev, si trova in Ucraina da molto tempo impegnato con un gruppo paramilitare a combattere la presenza russa. Non solo: stando a quanto riportato dal Kommersant, Belkhoroev avrebbe legami con i servizi segreti ucraini e le formazioni dichiaratamente neonaziste, dal momento che nel 2021 il gruppo Azov aveva chiesto apertamente al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj di non estradare Belkhoroyev in Russia.
Resta difficile pensare che il governo ucraino avesse ordito un attacco terroristico come quello del 22 marzo (140 morti), ma è certa la presenza di elementi terroristici, anche jihadisti, nei gruppi paramilitari, i quali sono in grado di colpire forti dei loro legami nei gruppi separatisti russi.