Russia. Energia: il premier slovacco Fico incontra Putin

di Giuseppe Gagliano

Il presidente russo Vladimir Putin ha ricevuto a Mosca il premier slovacco Robert Fico per discutere di relazioni bilaterali, della crisi ucraina, e di energia. Il significato dell’incontro ha tuttavia una valenza politica che va ben oltre le forniture di gas.
La disponibilità di Mosca a continuare il transito di gas verso l’Europa e la Slovacchia appare come una mossa volta a consolidare l’immagine della Russia come partner energetico affidabile, nonostante le tensioni legate alla guerra in Ucraina. Tuttavia la scadenza del contratto di transito con l’Ucraina al 31 dicembre 2024, e il rifiuto di Volodymyr Zelensky di rinnovarlo, pone la Slovacchia di fronte a uno scenario incerto. La dipendenza energetica dal gas russo non è solo una questione economica: è una pedina strategica che Mosca utilizza per mantenere un punto d’appoggio nei rapporti con l’Europa.
Fico dal canto suo ha tentato di difendere gli interessi slovacchi, sottolineando che un’interruzione del transito comporterebbe un aumento dei costi per Bratislava di 220 milioni di euro. Ma il premier slovacco si è spinto oltre, dichiarando che la guerra non può essere risolta militarmente e criticando apertamente le sanzioni contro la Russia. Questa posizione, che segna un cambio di passo rispetto al sostegno militare fornito da Bratislava a Kiev fino al 2023, riflette un approccio pragmatico e forse disincantato verso la guerra russo-ucraina.
L’intenzione di Fico di “normalizzare” le relazioni con Mosca rappresenta un messaggio forte, e al contempo controverso. La Slovacchia, membro dell’Unione Europea e della NATO, si trova in una posizione delicata. Da un lato, deve rispondere alle aspettative dei suoi alleati occidentali; dall’altro, è consapevole della propria vulnerabilità energetica e delle implicazioni economiche di una rottura con la Russia.
Il dialogo tra Fico e Putin può essere letto come un tentativo di riequilibrare i rapporti bilaterali, cercando di trarre vantaggio dalla situazione senza però compromettere del tutto l’allineamento con Bruxelles e Washington. Questo doppio binario, però, rischia di alienare Bratislava dai suoi partner europei, già scettici rispetto a una possibile apertura nei confronti di Mosca.
Le analisi riportate da Politico, che minimizzano l’impatto della fine del transito del gas sull’Ue nel suo complesso, potrebbero non riflettere pienamente le sfide politiche e sociali che questa interruzione comporterà. Per alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale, tra cui la Slovacchia, il gas russo rappresenta ancora una risorsa strategica difficile da sostituire in tempi brevi.
Le alternative, come la creazione di un hub del gas tra Ucraina e Polonia o il rafforzamento delle forniture da altri partner, richiedono investimenti e tempi di implementazione significativi. Nel frattempo il nodo del gas rischia di acuire le divisioni interne all’Ue, tra chi spinge per una maggiore autonomia energetica e chi, come Fico, cerca un compromesso con Mosca.
Il vertice del Cremlino evidenzia ancora una volta come l’energia sia uno strumento di pressione geopolitica che Mosca utilizza con maestria. Ma l’incontro tra Putin e Fico non si esaurisce nella dimensione economica: è anche un segnale di resistenza al blocco occidentale e un monito a Kiev. Zelensky, ribadendo il no al rinnovo del contratto di transito, si è esposto a critiche che non arrivano più solo da Mosca, ma anche da partner europei sempre più preoccupati per le conseguenze economiche del conflitto.
Mentre l’Ungheria e la Turchia ottengono esenzioni per continuare a collaborare con Gazprombank, e mentre emergono nuove dinamiche nel mercato del gas – con la Russia che guarda sempre più a Oriente – l’Europa si trova di fronte a una sfida cruciale: gestire una crisi energetica che non è solo tecnica, ma profondamente politica.
L’incontro tra Putin e Fico è dunque il simbolo di una fase di transizione, in cui gli equilibri di potere, le alleanze e le strategie energetiche dell’Europa e della Russia sono tutte in gioco. Come sempre, però, il tempo sarà il giudice più imparziale delle scelte compiute oggi.