Russia. Esercitazioni navali nel Mediterraneo orientale a sostegno di al-Assad

di Giuseppe Gagliano

La Russia ha condotto esercitazioni militari su larga scala nel Mediterraneo orientale, lanciando missili ipersonici Zirkon, missili da crociera Kalibr e Onyx, e dimostrando una forza navale e aerea significativa. Questo avviene in un momento critico per la Siria, dove l’alleato di Mosca sta perdendo terreno contro i ribelli jihadisti. L’obiettivo immediato di queste manovre è sostenere il regime di Bashar al-Assad e consolidare la posizione strategica russa nella regione, utilizzando la base navale di Tartus come centro operativo. La presenza rafforzata, con oltre mille uomini, dieci navi e due dozzine di aerei, è un segnale chiaro di impegno e determinazione.
Queste esercitazioni però non si limitano al contesto siriano. Il Mediterraneo orientale è un crocevia geopolitico, e Mosca intende inviare un messaggio ben oltre i confini della Siria. Agli Stati Uniti, la Russia mostra di essere in grado di operare su più fronti, nonostante l’impegno bellico in Ucraina. Il lancio di missili ipersonici, tecnologicamente avanzati e difficili da intercettare, è una dimostrazione di forza mirata a sottolineare che la supremazia americana non è incontestata. Allo stesso tempo, il messaggio si estende anche a Israele, che da anni conduce bombardamenti in territorio siriano. Pur evitando uno scontro diretto, Mosca segnala che è pronta a intensificare le misure difensive se necessario.
Nel panorama regionale, queste manovre rafforzano l’immagine della Russia come attore imprescindibile. In un Medio Oriente attraversato da tensioni e rivalità, Mosca riafferma la propria capacità di influenzare gli equilibri strategici. La presenza russa è un avvertimento anche per gli attori regionali come la Turchia e l’Iran, indicando che il Cremlino non intende cedere il proprio ruolo di mediatore e decisore. Inoltre, la dimostrazione di forza nel Mediterraneo orientale sottolinea la volontà di Mosca di mantenere una posizione centrale nei teatri di conflitto internazionali, malgrado le pressioni economiche e militari derivanti dal conflitto ucraino.
Le esercitazioni rappresentano un teatro simbolico di una più ampia partita geopolitica. Non si tratta solo di proteggere Assad o di contrastare i ribelli, ma di riaffermare il ruolo della Russia come potenza globale capace di operare su molteplici fronti. La scelta del Mediterraneo orientale, con la sua importanza strategica e la sua vicinanza a numerosi attori globali e regionali, dimostra che Mosca intende rimanere un interlocutore influente, capace di reagire e adattarsi alle sfide globali. Questo scenario complesso evidenzia come ogni azione militare sia intrecciata con una strategia politica più ampia, in cui il Cremlino cerca di bilanciare la pressione esterna con il rafforzamento della propria immagine di potenza stabile e determinata.