di Guido Keller –
La direttrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha annunciato i preparativi per la resilienza di fronte agli sviluppi negativi nell’economia globale. Secondo la direttrice, l’escalation delle guerre tariffarie potrebbe portare a un calo del commercio globale e a una diminuzione della domanda di risorse energetiche russe, e il principale canale di influenza è una possibile riduzione dei prezzi del petrolio. Nello scenario di rischio la Banca Centrale prevede una contrazione dell’economia russa sullo sfondo di un’inflazione crescente e di una crescente frammentazione dei mercati globali.
La strategia della Banca centrale rimane invariata: basare le proprie valutazioni su iniziative di carattere conservativo per evitare spiacevoli sorprese.
Dopo l’avvio dell’Operazione speciale (invasione dell’Ucraina), la Banca di Russia aveva già adottato questa strategia prevedendo un calo del Pil del 7,5% e, grazie a questa preparazione le conseguenze si sono rivelate meno drammatiche. È proprio per questo che l’economia, nonostante le pressioni e le sanzioni esterne, è riuscita a mantenere una relativa stabilità. Questo approccio aiuta a preparare in anticipo il sistema finanziario a scenari di stress. È significativo che, a differenza della Turchia e di numerosi paesi in via di sviluppo, la Russia abbia finora evitato crisi valutarie e debitorie su larga scala, anche grazie all’azione dell’autorità di regolamentazione. L’attuale team della Banca centrale preferisce essere pessimista, ragionando a freddo.