Russia. I candidati per le elezioni del 18 marzo

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Sono in otto i candidati che si presentano il 18 marzo alle presidenziali in Russia, di cui sette saranno certamente eliminati dal presidente in carica, Vladimir Putin, per il quale i sondaggi danno una vittoria stracciante, intorno al 70 per cento.
I sei coraggiosi, che in questi giorni partecipano a talk show e a dibattiti pubblici, sono il 57enne Pavel Grudinin, magnate delle fragole (per via delle vaste coltivazioni) e sostenuto dall’area comunista ma accusato dai media di possedere conti all’estero; Vladimir Zhirinovsky, 71 anni, considerato vicino al Cremlino, combatte con una dialettica infuocata più per contendere il secondo posto a Grudinin, ed è appoggiato dai liberaldemocratici della destra populista; Grigory Yavlinsky, 65 anni e del partito liberale Yabloko, è arrivato alle precedenti elezioni terzo: è considerato un occidentalista; il 57enne Boris Titov è dato dai sondaggi vicino allo zero: liberale, guida il Partito della crescita, a favore del business; Sergei Baburin, 59 anni, è a capo dell’Unione Panrussa del popolo, dato dai sondaggi poco sopra lo zero: in campagna elettorale propone che a ogni russo siano dati 4 milioni di rubli (circa 150.000 dollari) come mezzo di compensazione una tantum per i reati di privatizzazione delle proprietà statali nei primi anni ’90; Ksenia Sobchak, 36 anni, viene dal monto della tv di intrattenimento ed è l’unica donna in corsa: per quanto candidata dell’opposizione, il suo ruolo appare più come la necessità di colorare la campagna con almeno una “quota rosa”, dal momento che lei è figlia di Anatoly Sobchak, sindaco di San Pietroburgo e vicinissimo a Putin; il comunista Maxim Suraikin, 39 anni, rappresenta l’alternativa al Partito comunista russo e da questi accusato di essere una finta opposizione costruita dallo stesso Putin.
Assente dalla competizione elettorale il noto oppositore Alexiei Navalny, il quale ha alle spalle una condanna per furto di legname e come tale giudicato incandidabile dalla commissione.