Russia. Il virus si diffonde nonostante i proclami dei sovranisti. Si moltiplicano le accuse allo “zar”

Tre medici che denunciavano la scarsità di protezioni muoiono cadendo “incidentalmente” dalle finestre degli ospedali.

di Enrico Oliari

All’inizio per i populisti e sovranisti nostrani, quelli che complice il lockdown si sono scatenati sui social più del dovuto, la Russia era indenne all’epidemia di coronavirus grazie, come sempre, a Vladimir Putin.
Già in passato il feticismo per l’uomo forte aveva spinto loro a sostenere che in Russia non vi fossero moschee per il decisionismo del capo, quando solo nella capitale ve ne sono otto di cui la principale ristrutturata pochi anni fa dal governo ed inaugurata dallo stesso Putin.
Il diffondersi dell’epidemia anche nell’eldorado russo, in ritardo rispetto all’Italia ma con botte da 11mila contagli al giorno, mette in risalto ciò che è ovvio, ovvero che il virus del Covid-19 è la realtà che va ben oltre le idolatrie di chi, come Salvini, porta l’immagine dell’infallibile ed autoritario Vladimir Putin sulla maglietta. Idolatrie che al presidente della Federazione Russa probabilmente fanno gioco ma che non sono mai importate più di tanto, anche perché lo stesso Salvini si era recato più volte a Mosca per essere ricevuto al Cremlino, ma ha incontrato tutti fuorché Putin.
Il resto è cronaca di questi giorni, ovvero di una realtà che di giorno in giorno sta mettendo in ginocchio il paese che ha mandato aiuti in Italia per l’emergenza coronavirus “con amore”. Aiuti, si intende, ben accetti in questo grave momento di difficoltà, ma arrivati anche da molti altri paesi, anche più poveri, senza troppe cerimonie mediatiche.
Prudentemente il governo Russo aveva disposto un piano che prevedeva in caso di diffusione dell’epidemia di sigillare la capitale da 12 milioni di abitanti, come pure di costruire un mega ospedale a tempi di record (anche qui i sovranisti bollavano la cosa come un’invenzione della stampa occidentale), ma le prime misure non sono bastate a contenere l’infezione ormai presente in diverse città della Federazione Russa.
Ieri i contagi appurati hanno raggiunto cifre da record, oltre 11mila in sole 24 ore, e se al momento ammonta a 1.625 la cifra ufficiale dei morti, il numero complessivo dei casi appurati nel paese si aggira a quali 180mila persone. Sono 39 i decessi registrati ieri nella capitale, dato che porta a 905 il numero dei decessi della città per il Covid-19. Per il sindaco di Mosca, Serghiei Sobyanin, i dati reali si avvicinerebbero a 300mila contagi.
Intanto si registrano le proteste dei medici che denunciano la scarsa sicurezza e l’insufficienza delle protezioni, come pure si moltiplicano le accuse rivolte a Putin per aver sottovalutato il rischio di epidemia ancora quando era evidente che avesse interessato l’intera Europa.
Tre medici sono misteriosamente caduti da una finestra di altrettanti ospedali, tra cui il 37enne Alexander Shulepov: medico d’urgenza presso l’ospedale di Novousmanskaya, nella regione di Voronezh, aveva registrato con il collega Alexander Kosyakin un video ripreso dai media locali in cui denunciava di aver contratto l’infezione a causa della mancanza di Dpi (dispositivi di protezione individuale), e di essere stato costretto a continuare il servizio. Kosyakin invece è stato accusato di aver diffuso notizie false sul coronavirus, un reato che può portare a una condanna fino a cinque anni di carcere.
Gli altri due medici sono Elena Nepomnyashchaya, primario presso un ospedale di Krasnoyarsk, e Natalia Lebedeva, capo del servizio ambulanze della Città delle Stelle, nei pressi di Mosca: tutti casi bollati come incidenti, qualcuno parla di suicidi a seguito del contagio da coronavirus. Anche la 47enne Nepomnyashchaya aveva discusso in videoconferenza con il ministro della sanità regionale Boris Nemik degli stessi problemi denunciati da Shulepov, nonché dell’impossibilità di trasformare l’ospedale per veterani in una struttura per positivi al virus.