Russia. Kursk: conflitto ad alta intensità con gravi perdite e dubbie prospettive strategiche

di Alessandro Pompei

La sortita ucraina in Russia, nella regione di Kursk, è al momento contenuta in poco più di 800 km quadrati, ma interessa un’area agricola molto vasta e scarsamente popolata, priva di siti industriali e fortificazioni militari: sono presenti una settantina di piccoli villaggi, spesso alcuni contano solo una decina di case; il centro principale è Sudzha che conta circa 7mila abitanti. Al momento i confini dell’avanzata non sono ancora definiti, la porzione più a nord dell’area conquistata dista circa 65 km in linea d’aria a sud ovest dalla periferia meridionale di Kursk e si estende per circa 25 km presso il confine russo. Serviranno una o due settimane per definire i confini, con personale preso anche dal fronte di Karchiv e dal confine con la Bielorussia, ma nel frattempo continuano a pervenire nella regione i rinforzi russi che non solo hanno annichilito lo scopo dell’offensiva, cioè quello di prendere la centrale nucleare di Kurchatov, ma hanno riguadagnato il controllo dei villaggi di Malaya, Nikolaevka, Staraya, Novoya, Orlovka.
Secondo il governo di Volodymyr Zelensky sarebbero 1.100 i km quadrati conquistati al nemico, ma ciò non risulta realistico nemmeno per le mappe elaborate dalle organizzazioni filo ucraine, che nel migliore dei casi includendo territori attaccati ma non conquistati, arrivando a toccare gli 800 km quadrati.
In generale emerge la volontà degli ucraini di consolidare i lati del nuovo fronte d’invasione per avanzare nella parte più a nord, dove i russi stanno realizzando fortificazioni e trincee. Questa operazione militare ha visto l’impiego di circa 15mila soldati e di molti mezzi di produzione occidentale, ma data la superiorità aerea dei russi gli ucraini hanno ad oggi subito ingenti perdite sia di uomini che di intere colonne corazzate. Le perdite sono gravi da entrambe le parti, ma fonti russe indicano che gli ucraini abbiano avuto almeno 2500 vittime
Il dato rilevante è tuttavia il fatto che i russi non stanno attingendo alle risorse dell'”Operazione speciale”, mentre gli ucraini hanno impegnato e stanno facendo confluire sul posto personale specializzato prendendolo dai vari fronti in difficoltà, in un momento in cui le forze russe stanno affondando nel territorio ucraino procedendo drasticamente nel Donbass: ieri hanno preso un importante centro logistico a Pokrovsk, dove si stanno evacuando i 60mila abitati in vista della caduta della cittadina. Nei giorni scorsi i russi sono arrivati a sud di Torecsk (31mila abitanti) e hanno preso New York (circa 10mila abitanti).
Non avendo raggiunto l’obiettivo di prendere il controllo della centrale nucleare, gli ucraini potrebbero puntare a scambiare territori catturati in vista di accordi, come ha splicitamente detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Georgi Tykhii, ovvero di acquisire un punto di forza in vista delle trattative che prima gli ucraini respingevano (Zelensky vi aveva fatto un apposito decreto), ma in cui oggi sperano.