Russia. La guerra del gas ‘con i paesi ostili’

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La linea dell’Unione Europea è quella di non servirsi più del gas russo, nonostante la cosa si tradurrà in una batosta per le aziende e per le famiglie. Alla luce delle tensioni per l’aggressione all’Ucraina la questione è solo il quando, dal momento che chiudere i gasdotti che riforniscono un intero continente non è come spegnere un interruttore. Il presidente russo Vladimir Putin ha puntato il dito contro gli Usa, i quali “vogliono spingere l’Europa a comprare il gas americano che costa di più, una mossa per risolvere i loro problemi economici interni”, e difatti nei giorni scorsi il presidente Usa Joe Biden ha pomposamente annunciato l’invio in Europa di 15 miliardi di metri cubi di gas liquefatto per quest’anno, che saliranno a 50 miliardi l’anno entro il 2030.
Se a breve termine Mosca dovrà incassare il colpo, a medio e lungo termine la Russia cambierà semplicemente clientela puntando sui mercati cinese e indiano, che da soli contano 2 miliardi e mezzo di consumatori contro i 500 milioni di europei, e non è un caso se anche l’India si sia astenuta in occasione della Risoluzione Onu di condanna dell’aggressione militare all’Ucraina.
Intanto però è scontro su come pagare il gas russo che già è arrivato in Europa o che sta ancora arrivando. Tra sanzioni ed esclusione dal sistema Swift l’economia russa sarebbe dovuta collassarsi ed il paese andare in default, ma la contromossa di Mosca è stata quella di pretendere il pagamento del gas in rubli per conservare il valore della moneta, ed oggi Putin ha firmato il decreto che di fatto obbliga “i paesi ostili” ad aprire conti nelle banche sanzionate russe per acquistare il gas.
In conferenza stampa con il collega francese Bruno Le Maire, il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha affermato che “non ci facciamo ricattare dai russi”, e che quindi il gas non verrà pagato in rubli, ed anche da Palazzo Chigi è stata fatta sapere l’adesione alla linea unitaria europea per l’impianto sanzionatorio.
Ad Amsterdam le quotazioni sono salite a 127 euro al Mwh, per poi scendere a 123 euro, un rialzo dell’1,5%.