Russia. Le informazioni errate possono uccidere!

di Ciro Maddaloni * –

In un noto libro di John Le Carré, “Il sarto di Panama”, si racconta la storia di un sarto molto apprezzato per la sua bravura, in grado di attrarre clienti facoltosi quali narcotrafficanti, capi dell’esecutivo, ministri e presidenti. Il sarto raccoglie confidenze a volte importanti dai suoi clienti e queste informazioni suscitano l’interesse di una spia inglese. Il sarto per non deludere il suo interlocutore inglese e per guadagnare più soldi, comincia ad esagerare sulle informazioni da lui raccolte andando così involontariamente molto vicino a scatenare una vera guerra.
Quello che si narra nel libro fa parte della fiction, mentre un chiaro esempio reale di come le informazioni errate possano condizionare le scelte dei decisori politici e provocare disastri immensi. Lo abbiamo visto nel 1961 a Cuba con Kennedy, quando un tentativo americano di disarcionare Fidel Castro naufragò miseramente proprio perché le informazioni raccolte non riportavano fedelmente il reale stato delle cose.
La stessa cosa è successa a Vladimir Putin: le spie russe che operavano in Ucraina hanno fornito informazioni totalmente errate al Cremlino, come hanno dimostrato già i primi giorni di guerra. Il Governo ucraino non è fuggito all’estero quando si è avuta notizia dell’invasione sovietica al nord di Kyiv. Il popolo ucraino non era è stato niente d’accordo ad accogliere a braccia aperte le forze di invasione russa. Le forze armate ucraine, ancorché nessuno si aspettasse l’invasione dei russi, sono state in grado di organizzare in tempi brevissimi un esercito di difesa che è riuscito a contrastare e a bloccare le truppe di invasione russe verso la capitale ucraina.
Il Washington Post riporta che il Servizio segreto russo, l’FSB (già KGB), nei giorni precedenti l’invasione dell’Ucraina ha inviato informazioni criptate ai collaboratori russi insediati a Kiev suggerendo loro di mettersi al sicuro lasciando la capitale, ma chiedendo loro di lasciare le chiavi degli appartamenti in posti sicuri dove sarebbero state recuperate dagli agenti dell’FSB.
I messaggi inviati mostravano piena fiducia nel piano russo di invasione dell’Ucraina e non si ponevano in evidenza possibili difficoltà di alcun genere ad occupare rapidamente tutto il Paese.
Secondo i funzionari della sicurezza ucraini e occidentali e dalle indagini eseguite subito dopo la tentata invasione dei russi è emerso che gli agenti dell’FSB erano così certi che presto avrebbero controllato le leve del potere a Kiev che hanno trascorso i giorni prima della tentata invasione organizzando la sistemazione negli appartamenti degli informatori russi e in altri luoghi sicuri per prepararsi a accogliere l’afflusso pianificato del personale che avrebbe dovuto prendere il controllo del Governo in Ucraina.
Le indicazioni provenivano da alti ufficiali di un’unità del Servizio di sicurezza federale russo e specificamente dal Dipartimento dell’informazione operativa. L’obiettivo era quello di decapitare il legittimo Governo ucraino e sovrintendere all’instaurazione del nuovo regime filo-russo.
Le comunicazioni dell’FSB intercettate dai servizi ucraini e occidentali relativamente a questi preparativi di invasione dell’Ucraina fanno parte di una più ampia raccolta di materiali sensibili che danno una visione unica delle attività dell’FSB, un servizio tentacolare che ha un’enorme responsabilità per il fallimentare piano di guerra russo: arroganza e superficialità che ha indotto in errore i decisori politici del Cremlino e le forze armate russe che hanno affrontato l’invasione dell’Ucraina come una scampagnata organizzata per fare una visita a sorpresa agli amici che abitano in campagna. Sappiamo che non è andata proprio così.
Purtroppo lo sanno bene anche le famiglie dei giovani russi che non faranno mai più ritorno a casa. Lo sanno bene i civili e i militari ucraini uccisi da questo folle gesto di insulsa arroganza e superficialità dei servizi segreti russi. Lo sanno benissimo i milioni di profughi ucraini e presto lo sapranno molto bene i milioni di profughi russofoni che dovranno abbandonare le regioni occupate temporaneamente dai russi, perché sarà molto difficile che riusciranno a mantenere il controllo di quelle regioni in inverno.
Insomma, come nel libro di Le Carré, che invito a leggere, la superficialità di chi fornisce informazioni può essere tanto devastante quanto gli attentati gravissimi compiuti da Bin Laden con le Torri Gemelle; attentati che hanno scatenato una guerra “quasi mondiale” che dura da oltre 20 anni e che ancora non accenna a placarsi.
Speriamo solo che in Ucraina si trovi al più presto una soluzione per evitare che questa guerra possa durare oltre. Non possiamo permetterci una guerra lunga, lacerante e dolorosa nel cuore dell’Europa, questo è chiaro a tutti, per cui è urgente trovare una soluzione.

* Esperto di eGovernment internazionale.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.