Russia. Misure simmetriche: banditi i giornalisti italiani

di Enrico Oliari

Le sanzioni adottate dall’occidente nei confronti della Russia continuano a rappresentare un boomerang per le imprese europee, anche italiane, e l’utilizzo dei beni congelati russi per finanziare la guerra in Ucraina, annunciato anche ieri dal Pesc Josep Borrell, non fa presagire nulla di buono a causa delle fisiologiche contromisure che si prospettano all’orizzonte. Già a farne le spese sono state importanti aziende italiane, si veda il caso Unicredit, ma oggi il ministero degli Esteri russo ha comunicato il blocco dell’accesso a 81 siti di informazione europei, tra i quali Rai, La7, La Repubblica e La Stampa.
La nota del ministero ha spiegato che la misura simmetrica arriva a seguito della decisione dell’Ue di bloccare i siti di Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta, un’iniziativa giunta “nonostante i ripetuti avvertimenti ai vari livelli”. Per il ministero quella attuata dall’Ue è una “persecuzione dei giornalisti russi politicamente motivata”, per cui la misura simmetrica “verrà revocata nel momento in cui lo sarà la decisione dell’Ue”.
Il governo italiano è attore nelle decisioni dell’Ue di imporre sanzioni e restrizioni alla Russia, come pure va rammentato che il ministro degli Esteri Antonio Tajani è anche vice presidente del Consiglio dei ministri, tuttavia una nota della Farnesina esprime “rammarico per la misura ingiustificata adottata nei confronti di queste emittenti e testate giornalistiche italiane, che hanno sempre fornito un’informazione oggettiva e imparziale sul conflitto in Ucraina. Questi media hanno seguito criteri di informazione oggettiva, e comunque legata a una interpretazione autonoma dei fatti conseguenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Con la scelta di utilizzare in maniera distruttiva la violenza in Ucraina, con la scelta di mettere nel mirino del loro esercito i civili ucraini, le città, le installazioni elettriche e gli apparati tecnici essenziali per la sopravvivenza del popolo ucraino, la dirigenza della Federazione Russa è impegnata in azioni che sono contrarie al diritto internazionale e a ogni principio di legalità e di convivenza civile. Tutto questo non verrà cancellato dai divieti imposti ai media e ai giornalisti italiani e di tutto il mondo che continuano a seguire con professionalità e indipendenza azioni devastanti e disumane. Quella della Federazione Russa è una decisione che non rimuove e non attenua gli effetti di una guerra violenta, devastatrice e illegale”.
Se non tutti sono d’accordo sul fatto che i media italiani seguano “criteri di informazione oggettiva”, altrimenti l’Italia non sarebbe al 46mo in tema di libertà di stampa, di certo non si può parlare di “misura ingiustificata”, dopo che si è potuto assistere nel nostro paese persino a casi come quelli del corso universitario su Dostoevskij rinviato e del direttore d’orchestra allontanato alla Scala.
Da che mondo è mondo a ogni azione corrisponde una risposta, e in geopolitica a ogni sanzione corrisponde una misura simmetrica. Certo è che a farne le spese è la libertà di informazione, anche quella russa che chi governa l’Ue vuole censurare.