Russia. Navalny: manifestazioni in diverse città, almeno 3.300 i fermi

Notizie Geopolitiche –

Manifestazioni in tutta la Russia, si parla di almeno 100mila persone, per chiedere la liberazione del blogger e leader del pensiero anti-Putin Alexiei Navalny, arrestato nei giorni scorsi al suo rientro dalla Germania su mandato del giudice per un esposto del Servizio penitenziario federale, il quale aveva presentato un ricorso per chiederne il fermo in quanto avrebbe violato i termini della libertà condizionata concessa all’oppositore nel quadro dell’inchiesta “Ives Rocher”. Il blogger è infatti accusato di appropriazione indebita per essersi intascato 4,8 milioni di dollari delle donazioni alla Fondazione anti corruzione che dirige.
La pena inflitta a Navalny, che ha una lunga serie di condanne alle spalle che spaziano dal furto di legname all’organizzazione di manifestazioni non autorizzate, è di 30 giorni, ma sia i suoi sostenitori che l’Unione Europea e gli Stati Uniti vedono dietro l’arresto un’azione politica e non giudiziaria.
Scontri fra i sostenitori di Navalny e gli agenti in tenuta antisommossa si sono registrati un po’ ovunque, da Vladivostok a Mosca, da Khabarovsk a San Pietroburgo, e fino ad ora gli arrestati sono oltre 3mila, tra cui minorenni e persino ragazzini di 12 anni, come ha riferito l’invito dell’Ansa.
A chiamare all’appello i suoi è stato lo stesso Navalny, e nel serpentone di 40mila persone (4mila secondo la polizia) che hanno intasato alcune arterie della capitale è stata fermata la moglie del blogger, Yulia Navalnaya, rilasciata poche ore dopo.
Navalny era stato avvelenato lo scorso 20 agosto con l’agente nervino Novichok, lo stesso usato per Skripal: era stato colto da un malore sul volo che da Tomsk, in Siberia, doveva portarlo a Mosca, poco dopo aver avuto un tè presso il bar dell’aeroporto di partenza. Il volo era poi atterrato a Omsk, e da lì il 44enne Navalny era stato portato in Germania su richiesta dei parenti. La presenza del Novichok nel sangue era stata accertata dal laboratorio dell’esercito tedesco, ma Navalny aveva reso noto, dopo essersi spacciato nel corso di una telefonata per un tal Maksim Ustinov (un alto ufficiale del Fsb), che il veleno era in realtà stato messo negli slip e non nel tè.