Russia. Per gas e altre materie prime servirà il rublo e non il dollaro

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Le sofferenze della Russia per le sanzioni non sono destinate ad essere tali a lungo termine. Infatti per l’esportazione degli idrocarburi Mosca sta guardando a sud, cioè verso quei due miliardi e mezzo di utenti tra Cina e India, paesi che non a caso si sono astenuti in occasione della risoluzione di condanna all’Assemblea generale Onu per l’aggressione all’Ucraina.
L’aver escluso la Russia dal sistema Swift, con l’impossibilità di ricevere pagamenti, non ha fatto altro che aprire al cinese Cips (Cross-border interbank payment system), e già da Mosca è stata annunciata l’intenzione di farsi pagare il gas in rubli per sostenere la moneta russa, oggi a 93,48 sull’euro, e controllare l’inflazione.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha tuttavia annunciato oggi che è allo studio la possibilità obbligare il pagamento anche di altre materie prime e beni vari con il rublo, anche perché per Mosca il “prestigio del dollaro è traballante”.