Russia. Proposta per escludere dalle scuole la teoria di Darwin sull’evoluzione

di Guido Keller

Settimana scorsa, durante un dibattito a cui ha preso arte l’assistente del primo ministro russo, il presidente della Commissione patriarcale per le questioni familiari, la protezione della maternità e dell’infanzia della Chiesa ortodossa russa, il sacerdote Fyodor Lukyanov, ha affermato la necessità escludere la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin dai libri di testo scolastici, un’iniziativa sostenuta anche dal proprietario del canale televisivo Tsargrad, Konstantin Malofeev, che ospitava il confronto.
A ribattere oggi alla proposta di Lukyanov è stato il capo del Dipartimento sinodale della Chiesa ortodossa russa per i rapporti tra Chiesa, società e media Vladimir Romanovich Legoyda, il quale è intervenuto nel corso di programma “Bright Evening” di Radio Vera chiedendosi “perché far scontrare scienza e religione, perché mescolarle? Questo non è molto chiaro”. “Pertanto – ha spiegato – mi rammarico per alcune delle dichiarazioni fatte dagli ortodossi. Si sono semplicemente affrettati a commentare in situazioni in cui avrebbero potuto rimanere in silenzio. O almeno fornire un commento più dettagliato e complesso”.
A suo parere la questione dovrebbe essere posta in modo diverso: in una scuola al bambino “si raccontano le origini dell’uomo senza un grande approfondimento filosofico, mentre nella scuola domenicale si racconta qualcosa che può essere percepito come un approccio strettamente alternativo. In questo caso, il bambino potrebbe sperimentare una “dissonanza cognitiva”. Non sappiamo cosa sceglierà, di cosa riderà, cosa percepirà come frivolo”, ha osservato il rappresentante della Chiesa, ricordando che la scienza moderna è un fenomeno europeo; ha avuto origine nel seno della tradizione cristiana, quindi l’idea di un inevitabile conflitto tra scienza e religione è un falso stereotipo, sorto in gran parte sotto l’influenza di alcune ideologie dell’Illuminismo e successivamente delle ideologie dell’era sovietica.
Secondo Legoyda, la questione non dovrebbe essere sollevata sul divieto di insegnare determinate teorie e concetti, ma su una comprensione ponderata e profonda della diversità sia del mondo scientifico che dei modi di conoscere che non si limitano a quello scientifico.