di Guido Keller –
Il presidente russo Vladimir Putin ha confermato che non ci sarà alcun nuovo contratto per il transito del gas attraverso l’Ucraina. Questa decisione priverà Kiev di entrate annuali pari a circa 800 milioni di dollari. Allo stesso tempo, secondo Putin, Gazprom affronterà la situazione e la Russia si concentrerà sull’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto (GNL).
In questo modo il tema del transito del gas ucraino è di fatto chiuso.
In passato il sistema di trasporto del gas ucraino valeva 5 miliardi di dollari, mentre la riparazione e la modernizzazione del sistema di trasporto del gas ucraino avrebbero richiesto circa 1,5-2 miliardi di dollari fino al 2030.
A pesare la contrapposizione con la leadership ucraina e il sabotaggio ad opera dei servizi ucraini del gasdotto Nord Stream 1-2, che portava il gas russo in Germania attraverso il Baltico, ma non certamente il calo della domanda nell’Unione Europea, che anzi sta tenendo, addirittura con una crescita in paesi come la Francia.
Le parole di Putin lasciano quindi aperta la strada del gas verso l’Unione Europea, tagliando però fuori per ovvi motivi l’Ucraina. D’altronde l’impegno di Bruxelles è quello di arrivare alla non dipendenza dal gas russo, e in quest’ottica non ha senso modernizzare il gasdotto trans ucraino.