Russia – Ucraina. Perché noi europei dovremmo mettere il naso nel conflitto?

di Dario Rivolta * –

EDITORIALE. Adesso basta! Sarebbe proprio ora che si smettesse di criminalizzare la Russia a ogni piè sospinto. La precipitosa condanna espressa da Bruxelles, dagli Stati Uniti (e individualmente da alcuni stati europei) contro Mosca per i fatti del Mar d’Azov non può che suscitare indignazione in chiunque ricerchi la verità dei fatti e non sia preda di pregiudizi o di propaganda altrui. Senza alcun approfondimento su come le cose si siano realmente svolte i soliti noti e i soliti “servi” hanno immediatamente accusato i russi di aver agito contro le regole internazionali .
Evidentemente né chi scrive né chi legge si trovava sul posto al momento dell’accaduto ed è quindi impossibile affermare con assoluta certezza se le navi ucraine siano, oppure no, entrate in acque territoriali russe. Considerati tutti i precedenti e usando un po’ di buon senso risulterebbe però molto probabile che la versione diffusa da Mosca sia la più verosimile. Non è nemmeno necessario dover dare assoluta attendibilità a quanto confessato dai marinai ucraini che hanno dichiarato di aver ricevuto espressi ordini di entrare in acque territoriali russe e di rifiutare l’invito ad allontanarsi. I militari possono essere stati sinceri oppure averlo affermato soltanto a seguito di pressioni psicologiche cui potrebbero essere stati sottoposti. La sostanza non cambia. E’ sufficiente ricordare che a bordo di quei navigli, che si trovavano lì apparentemente senza scopo, c’erano anche agenti dei servizi di spionaggio ucraini. Come mai? A quale scopo?
Che si sia trattato di una provocazione di Kiev è altamente probabile per almeno due motivi. Il primo che Kiev non ha mai riconosciuto ufficialmente che la Crimea faccia parte della Russia e, quindi, entrare nelle sue acque era un modo, almeno teorico, per dimostrare la propria sovranità su quel territorio e sulle aree marittime di competenza. Il secondo lo si trova nel fatto che tra pochi mesi si svolgeranno le elezioni presidenziali in Ucraina e la poltrona di Poroshenko è molto traballante. Viene naturale immaginare che il capitalista ucraino voglia esacerbare i toni della conflittualità per presentarsi come massimo difensore dei nazionalisti. Polarizzare i sentimenti dell’elettorato gli sarebbe perfettamente funzionale per recuperare un qualche po’ d’immagine e avere l’occasione di colpevolizzare tutti quei votanti che ne hanno le scatole piene di lui e del conflitto nel Donbass.
Giacché è almeno molto ragionevole che la Marina russa abbia dovuto reagire una provocazione, ritengo sia indispensabile che gli europei tornino a pensare quali siano i nostri veri interessi. E’ più importante per l’Italia e per l’Europa tutta avere buoni rapporti con Mosca o con Kiev? Già che ci siamo, perché non ricordarci anche da chi, perché e quando sono stati organizzati e finanziati i movimenti di piazza che miravano a far cadere un governo legittimamente eletto per sostituirlo con uno che aveva come principale obiettivo quello di avvicinarsi alla Nato e troncare i rapporti storici, economici e culturali con la Russia?
Sappiamo tutti che gli Stati Uniti e la Polonia hanno ambizioni di vario genere su quel Paese, così come sappiamo che una parte di ucraini, soprattutto nel nord-ovest, si sente più vicina (per motivi storici) agli slavi polacchi che a quelli russi. Tuttavia, noi italiani e con noi la maggior parte dei cittadini europei non abbiamo alcun interesse a mischiarci con conflitti pseudo – etnici o culturali interni a un altro Paese. Perché dobbiamo assecondare obiettivi politici creati e alimentati da altri se a noi portano solo inutili seccature e controindicazioni? Comunque si voglia rispondere, tutti sanno che, se i nostri rapporti con Mosca restassero positivi come lo sono sempre stati, avremmo solo da guadagnarci. Sotto tutti i punti di vista.
Credo che nessuno, se non animato da pregiudizi o venduto a idee e interessi altrui, possa dire la stessa cosa dei nostri possibili rapporti con Kiev e con il suo attuale governo.
A chi giova, dunque, perpetuare artificialmente un’ostilità tra noi e la Russia inventando o manipolando misfatti mai avvenuti?

Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.