Sale il Wti dopo l’incredibile negativo di ieri

di Guido Keller

Valori del petrolio in risalita, dopo l’incredibile tonfo di ieri, con il Wti (West Texas Intermediate, arrivato al -37,63 dollari al barile, cioè un calo di oltre il 300%.
Oggi il costo del barile di petrolio secondo le valutazioni Wti è arrivato a 1,40 dollari, un aumento del 39% che tuttavia non ha placato le nuvole nere per le aspettative di mercato, i cosiddetti futures, che per giugno hanno perso un ulteriore 4,77% portandosi a 15,66 dollari al barile. Il Brent, il valore di riferimento del petrolio del Mare del Nord è tornato appena sopra i 20 dollari al barile, ma sui mercati continuano ad esserci incertezze, fermo restando il fatto che è data una ripresa dei consumi con il graduale termine del look down nei vari paesi.
La situazione che si è creata sul Wti è paradossale, come dire che i produttori sarebbero disposti a pagare pur di vendere petrolio: nonostante fossero state in qualche modo appianate le divergenze soprattutto fra Usa e Russia all’Opec+, l’emergenza coronavirus, con il blocco dei mezzi e dei voli aerei, ha ridotto a tal punto la domanda che produttori ed intermediari non sapevano più dove stoccare fisicamente la merce. A tutto questo si è aggiunto il fatto che i trader speculativi non sapevano più a chi vendere i contratti perché gli acquirenti non sapevano dove metterlo, per cui il costo del Wti è continuato a crollare fino ad essere contrassegnato ieri con un clamoroso segno negativo. Come ha osservato il New York Times, ad andare bene sono stati i proprietari delle petroliere non tanto per lo spostamento del petrolio, quanto più per la capacità di stoccarne.
Il prezzo della benzina alla pompa ha comunque subito un taglio minore, in quanto ad esso concorrono spese di trasporto e di raffinazione.
Si prevede comunque una crescita dei costi proprio grazie all’accordo raggiunto a Vienna nei giorni scorsi, all’Opec+, i quanto i paesi produttori Opex (capeggiati dall’Arabia Saudita) e non Opec (con capocordata la Russia) hanno raggiunto un accordo sul taglio della produzione.
Un quadro come quello descritto rappresenta una mazzata per l’economia statunitense, che sull’autosufficienza energetica ha scommesso molto grazie al costoso, troppo costoso oggi, petrolio di scisto.