Salvini suona al citofono di una famiglia tunisina, ‘è vero che lei spaccia?’

Il clamoroso gesto del leader leghista suscita le proteste di Tunisi.

di Mohamed Ben Abdallah

Qualcuno lo ha definito scherzosamente “un testimone di Geova in salsa verde”, qualcun altro lo ha sfidato a suonare il campanello degli italianissimi mafiosi e ‘ndranghetisti. Certo è che il gesto di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, fa discutere e come trovata elettorale lascia quantomeno perplessi.
E’ successo che ieri Salvini si è spinto un po’ oltre la sua consueta (ed ormai noiosa) retorica xenofobico-giustizialista, e spinto da una signora 60enne, rigorosamente davanti alle telecamere, ha suonato insistentemente un citofono di un appartamento sito in via Deledda, nel cuore del quartiere popolare del Pilastro a Bologna, abitato da una famiglia tunisina: “Buonasera, è vero che lei spaccia?”, ha chiesto con insistenza il leader leghista.
L’iniziativa di Salvini ha scaturito indignazione e proteste, ed oggi su Radio Capital Osama Sghaier, vicepresidente del Parlamento di Tunisi, ha affermato che si tratta di “un atteggiamento razzista e vergognoso che mina i rapporti tra Italia e Tunisia”. “I nostri paesi – ha aggiunto – hanno ottimi rapporti. I tunisini in Italia pagano le tasse e quelle tasse servono anche a pagare lo stipendio di Salvini”.
Ridha Mechergui, dell’Alleanza delle associazione dei tunisini in Italia, ha osservato che “La comunità tunisina vive in Italia da prima che Salvini nascesse, ha dato un contributo allo sviluppo dell’Italia: Salvini prima ha detto che la Tunisia manda qui delinquenti, ora gira per gli appartamenti dei cittadini, credo che non sia un comportamento civile”.
Oltre al disgusto il gesto di Salvini ha suscitato nel mondo politico tanta ironia. Tra i molti interventi via social spicca quello della vicepresidente del Senato Paola Taverna (M5s): ”Mi dicono che un immigrato abbia suonato al citofono di Salvini chiedendo: che fine hanno fatto i 49 milioni?”.