di Alberto Galvi –
Papa Francesco ha nominato 21 nuovi cardinali che lo aiuteranno ad attuare le riforme e a consolidare la sua eredità spirituale, mentre si avvia una nuova fase cruciale nella gestione della Chiesa cattolica romana. In questo modo Francesco ha ulteriormente ampliato la sua influenza sul Collegio cardinalizio, che lo aiuterà a governare e un giorno a eleggere il suo successore: con queste aggiunte quasi i tre quarti degli aventi diritto di voto devono i loro cappelli rossi al gesuita argentino.
Tra i nuovi cardinali ci sono il nuovo capo dell’Ufficio dottrinale del Vaticano, Victor Manuel Fernandez, il responsabile del controllo dei candidati vescovi in tutto il mondo, Robert Prevosti, gli ambasciatori della Santa Sede negli Stati Uniti e in Italia, i leader della Chiesa di Hong Kong, Gerusalemme, Juba nel Sud Sudan, e Cordoba in Argentina.
Durante il suo pontificato ha nominato 99 dei 137 cardinali che hanno meno di 80 anni e che quindi potranno votare in un futuro conclave per eleggere il suo successore. Molti condividono l’enfasi pastorale di Francesco in contrapposizione ai cardinali dalla mentalità dottrinaria, spesso selezionati dai Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Una percentuale così elevata di cardinali nominati da Francesco aumenta la probabilità che il futuro papa sarà uno dei suoi cardinali o uno che è riuscito a assicurarsi i voti cardinali francescani per guidare la Chiesa, suggerendo una certa continuità nelle priorità.
Francesco aprirà un sinodo dal 4 al 29 ottobre sul disegno del futuro della Chiesa, un grande incontro di vescovi e laici cattolici in cui sono in discussione questioni scottanti come il ruolo delle donne nella Chiesa, i cattolici omoaffettivi e transessuali, e il celibato sacerdotale. La seconda sessione del sinodo si svolgerà l’anno prossimo, consolidando l’eredità spirituale di Francesco.