Sarà l’età…

di Dario Rivolta * –

E’ l’età? Forse dovrò farmene una ragione. Quando sento i commenti di tanti politici, gli annunci di eccellenti (davvero?) esperti e leggo gli articoli degli informatissimi giornalisti, mi rendo conto che la mia capacità di comprensione delle cose che accadono non è più, se mai lo fosse stata, adeguata ai tempi odierni. La causa? Probabilmente si tratta dell’età avanzata. Prese di posizione e relative conclusioni che sembrano così ovvie e chiare a tutti io mi sforzo di capirle, ma purtroppo non ci riesco!
Vi farò qualche esempio, pur senza metterli in ordine d’importanza.
Comincio dalla questione del cambiamento climatico e, pur non essendo personalmente convinto che la causa sia antropogenica, do per accettato che la ragione sia la presenza di troppa CO2. Per mesi tutti i grandi saggi di qualunque professione ci hanno dimostrato che se non ridurremo urgentissimamente il consumo dei combustibili fossili, la temperatura del globo aumenterà irreversibilmente. Conseguenza: molte coste saranno sommerse dal mare che si sta alzando e aumenteranno i cataclismi naturali. Occorre assolutamente eliminare entro il 2030 tutte le auto diesel, a benzina e perfino le ibride. Chiudere le centrali a carbone e a petrolio e ben presto anche quelle a gas. Nonostante tutto ciò, l’aumento delle temperature continuerà, seppur in misura ridotta.
Ciò che non capisco è: se la situazione è così tragica, perché gli stessi politici e giornalisti così convinti e spaventati plaudono ai progetti di “viaggi turistici” nello spazio? Non è enorme la quantità di combustibile che i razzi useranno? Poi, mi è certo chiara l’esigenza dettata dalla guerra, ma decidere di riattivare le centrali a carbone già chiuse o in via di chiusura non contribuirà all’emissione di tanta nuova CO2? Qualcuno è forse convinto che l’atmosfera, poiché il conflitto non è colpa nostra, ci garantirà un “periodo di grazia” e l’anidride carbonica aspetterà a manifestare i suoi effetti deleteri? A proposito di guerra, ho scoperto, per caso, che nel mondo sono in funzione (per scopi bellici o esercitazioni) circa 53mila aerei militari che volano più in alto degli aerei di linea e, quindi, le loro emissioni sono ancora più pericolose perché disperse nell’alta atmosfera. A terra, invece, ci sono i carri armati: un Leopard consuma 400 litri di carburante (senza anti-particolato nei tubi di scappamento) per percorrere 100 chilometri. Secondo il Parlamento Europeo gli eserciti dei ventisette Paesi dell’Unione emettono più di 24 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, cioè l’equivalente di 14 milioni di automobili. Non è che la Commissione Europea, così previdente, si stia apprestando a decidere la messa al bando di ogni esercito nel continente? Sarebbe ovvio, come conseguenza logica delle sue precedenti decisioni, che dovrebbe farlo e, forse, sarà così che l’Europa diventerà finalmente pacifista (e disarmata)!
Una domanda però resta sospesa. Se anche i “validi esperti” dicono che pur riducendo le emissioni il riscaldamento climatico ci sarà comunque, perché nessun Governo sta provvedendo a cominciare a mettere in sicurezza le aree più in pericolo? Perché non s’incoraggiano persone e aziende a lasciare le coste più esposte favorendo il loro insediamento in zone più sicure? Oppure non si predispongono adeguate barriere? Qualcuno, probabilmente più ignorante di me, sostiene che si sia “aperto un divario tra ciò che si sa sulle conseguenze del cambiamento climatico e ciò che si sta facendo per ridurre questi rischi”. Questi presumibili “complottisti” aggiungono che “più lungo tempo i Paesi impiegano per colmare questo divario, più dolorosi e mortali saranno i risultati” (vedi M. Oppenheimer – professore di Geoscienza e Affari Internazionali alla Princeton University, su Foreign Affairs).
Un altro degli argomenti in cui io proprio non arrivo a capire ciò che perfino a me dovrebbe essere chiaro visto che lo è per tutti, è perché Putin sembra volere usare le sue disponibilità energetiche per ricattare l’Europa. D’altra parte, mica gli abbiamo dichiarato guerra! Sì, certo, avevamo già deciso molto prima della guerra che comprare gas e petrolio da lui non ci piaceva e stavamo organizzandoci per eliminare del tutto i nostri acquisti da lui. E allora? Non è libero ogni cliente di comprare da chi preferisce? Inoltre, lui ha fatto la guerra alla povera Ucraina, amica nostra, e noi siamo stati “obbligati” a infliggergli qualche sanzione economica. Niente di speciale, comunque: solo una tecnica per provare a mettere il suo Paese economicamente in ginocchio e, se possibile, costringere i russi a cambiare Presidente. Che se la sia presa perché stiamo inviando un po’ di armi agli amici ucraini? Chi non aiuta gli amici nel momento del bisogno?
A questo punto vi parlo di qualcos’altro cui non sapevo rispondere: perché consideriamo che l’Ucraina sia una nostra amica e la Russia sia imperialista e nostro nemico? Qualcuno aveva instillato in me questo dubbio mostrandomi le cartine da cui si vedeva l’avanzata della NATO verso Est e la Russia sempre ferma nei suoi confini. Fortunatamente, questa mia perplessità ha ricevuto una spiegazione esauriente dai nostri giornalisti e dai politici italiani, europei e, naturalmente, americani (loro sanno tutto di tutti e restano un vero punto di riferimento): noi europei, da veri occidentali, stiamo con e per la democrazia contro ogni autocrazia, dittatura e volontà imperialista.
L’Ucraina è una vera democrazia e il fatto che pochi oligarchi “posseggano” i partiti della maggioranza di governo e decidano chi saranno i deputati è chiaramente frutto della volontà popolare. Che le disparità economiche tra i pochissimi ricchi e tutto il resto della popolazione siano enormi e crescenti è certamente una falsità inventata dai suoi nemici. Una conferma della libertà e del benessere che l’Ucraina ha saputo conquistarsi dopo l’indipendenza sono i milioni di donne ucraine che vanno all’estero per turismo e, soltanto per meglio conoscere usi e costumi stranieri, si prestano a fare le badanti (o, tra le più giovani e belle, qualche altro lavoro meno evidente) mentre i loro familiari restano a godersi le ricchezze del loro Paese.
Sulla democrazia in Ucraina non devono sussistere dubbi (perché altrimenti dovremmo stare con loro contro i russi?). La verità è che i russi sono maestri della propaganda (e delle fake news). Oltre a cercare di interferire nelle elezioni e nei governi altrui (sono loro che hanno messo sotto controllo i telefoni dei capi di Stato europei. Nevvero?), hanno di certo infiltrato anche il Fondo Monetario Internazionale. Infatti, qualcuno che lavora lì (ma è, certamente, pagato dai russi) ha compiuto uno studio che dimostrerebbe che nella classifica mondiale della corruzione l’Ucraina si posizione al 160mo posto su 180 Paesi.
E’ assodato che noi ci stiamo battendo a fianco dei veri democratici contro tutti gli autoritarismi, anche se qualcuno potrebbe obiettare che, mentre rinunciamo a comprare gas (e petrolio) dalla Russia, lo acquistiamo in crescenti quantità dall’Algeria, dall’Azerbaigian e dal Qatar, Stati che qualcuno definisce un po’ poco “democratici”. Per fugare ogni dubbio, comunque, abbiamo eletto la Turchia a hub di prim’ordine e plaudiamo alla sua politica doppiogiochista come massima dell’abilità diplomatica e negoziale. Anche per far capire chi sono i nostri veri amici e diffondere la democrazia, Biden ha incontrato calorosamente Mohamed Bin Salman (quello che ha ordinato l’assassinio del giornalista Jamal Kashoggi) e il presidente egiziano Abdel Fatah Al Sissi; gli USA stanno anche cercando di trovare una soluzione positiva con il Venezuela, continuano a blandire le Filippine e, per prudenza, mantengono truppe nel Golfo e in tutta l’Europa.
Chi continua ad avanzare obiezioni sul sincero sentimento democratico di noi occidentali lo fa perché è filo-putiniano (o addirittura pagato da Mosca). D’altra parte si sa che è Putin, il Presidente della Russia, a decidere chi nel suo Paese può essere o diventare ricco mentre in Ucraina (e negli Stati Uniti) è, più democraticamente, chi è già ricco che decide chi farà il presidente (o il senatore).
Ancora qualche dubbio. Si parla sempre più di dare spazio al nucleare di ultima generazione. Per alimentarlo occorre l’uranio. Sono solo io, assieme agli americani (che hanno escluso questo minerale dalle loro sanzioni) a sapere che il mercato mondiale dell’uranio è dominato proprio dalla Russia?
Infine (ma i miei dubbi non si esauriscono qui): parteggiare per l’Ucraina e rompere i legami con Mosca sta causando a noi europei una grande crisi economica per la carenza di approvvigionamenti sufficienti (e relativo aumento dei prezzi) di tutte le materie energetiche e prime in generale. L’euro si è svalutato del 40% sul rublo e del 20% sul dollaro americano e l’inflazione sta arrivando verso il 10%. Se, come e quando rientreremo da questi pur doverosi sacrifici?
Se qualcuno dei miei venticinque (milioni) di lettori avrà la bontà di illuminarmi, prometto che, nonostante l’età, cercherò di fare il massimo sforzo per capirlo
.

* Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.