Serbia. La Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Novi Sad e le opportunità per le imprese italiane dell’agribusiness

di Domenico Letizia *

Si terrà in Serbia la Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Novi Sad, in programma dal 15 al 21 maggio 2018. Tra i vari paesi dei Balcani, la Serbia merita un’attenta analisi economica e geopolitica. Il paese si è confermato in questi ultimi anni come territorio di opportunità per gli imprenditori italiani interessati al mercato locale. L’espansione delle aziende italiane, che trovano in Serbia un territorio nel quale aumentare e diversificare la propria produzione ed i propri servizi, consente alla nostra comunità imprenditoriale di rafforzare il percorso verso una leadership globale, con particolare attenzione ai mercati emergenti ai quali la Serbia è legata da accordi di libero scambio. Tra i settori della vita economica più vivaci troviamo l’agricoltura. La Serbia ha favorevoli condizioni agro ecologiche, una produzione agricola diversificata, agricoltori esperti e degli ottimi istituti scientifici. Il valore della struttura della produzione agricola proviene dal 70% della produzione vegetale e dal 30% della produzione di bestiame. I prodotti agricoli più importanti nel paese sono mais, grano, girasoli, barbabietole da zucchero, soia, patate, mele, prugne, uva, carne di maiale, manzo, pollame e i prodotti caseari. Si stanno fortemente sviluppando produzioni intensive di ortaggi e nuove coltivazioni di frutta, spesso sostenute e valorizzate dal crescente know-how tecnologico italiano come ad esempio, riporta l’Istituto nazionale per il commercio estero, le coltivazioni di nocciolo grazie agli investimenti della Ferrero. Un’ottima iniziativa per conoscere le opportunità dell’agribusiness nel paese è l’85 edizione della Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Novi Sad. La fiera è uno dei principali eventi promozionali per tutta l’area dei Balcani e copre l’intera filiera agricola della zootecnica e della trasformazione alimentare, macchine ed attrezzature per l’agricoltura, macchine per l’industria alimentare, attrezzatura per la zootecnia, impianti per la produzione, trasformazione e magazzinaggio di vegetali, sementi e concimi, florovivaismo, agroalimentare e bevande. La Serbia è stata individuata recentemente tra i paesi destinatari di agevolazioni e contributi destinati a favorire lo sviluppo del comparto agricolo. L’evento è stato organizzato dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Va ribadito che in sostegno delle imprese italiane che si recheranno ai lavori della Fiera di Novi Sad, sono previsti eventi collaterali di approfondimento e confronti con i media locali e regionali e incontri b2b presso gli stand delle aziende italiane nell’ambito dell’EuropeanNetwork Enterprises. Inoltre, nel corso dei giorni della Fiera, è previsto, a favore degli operatori locali, un seminario di presentazione delle tecniche e dello stato dell’arte della frutticoltura italiana e un’attività di incoming di operatori del settore,provenienti dalle regioni balcaniche, per incontri con le aziende italiane presenti alla fiera. Per comprendere l’importanza di tale progettualità, basta ricordare che durante i lavori del 2017, i visitatori paganti sono stati oltre 92000 con la presenza di più di 1500 espositori provenienti da 35 paesi diversi. A fine ottobre 2017 l’Italia si èconfermata secondo partner commerciale della Serbia di poco dietro alla Germania. Crescono sia le importazioni, 2,9% rispetto a ottobre 2016, ma soprattutto le esportazioni, +7,7% rispetto al 2016. Il nostro Paese risulta ancora il primo importatore, soprattutto veicoli, abbigliamento, acciaio e calzature ed il secondo esportatore nei confronti del Paese balcanico: veicoli, filati, tessuti e macchine di impiego generale. Secondo i dati dell’Agenzia per lo sviluppo della Serbia (RAS), l’Italia rappresenta anche il primo investitore estero in Serbia con una presenza di circa 600 aziende, una quota di capitale investito stimata in circa 3 miliardi di Euro ed un volume d’affari di oltre 2.5 miliardi di Euro.

* Fondatore dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (IREPI).