Siria. Avvertimento russo a Netanyahu: gli S-400 abbattono 13 missili israeliani

di Giuseppe Gagliano

I sistemi difensivi S-400 russi hanno intercettato nei cieli siriani 13 missili israeliani, cosa che rappresenta un punto di svolta sia dal punto di vista politico che strategico-militare. Politicamente, l’episodio evidenzia una crescente tensione tra Mosca e Tel Aviv, un rapporto che storicamente era caratterizzato da una collaborazione pragmatica.
Israele ha sempre mantenuto una certa libertà di azione contro le forze iraniane in Siria, operando sotto un tacito accordo con la Russia che le sue incursioni non avrebbero minacciato direttamente gli interessi russi. Tuttavia, l’abbattimento di questi missili, in un momento in cui le relazioni internazionali sono sempre più polarizzate, segna un cambiamento nella postura russa, soprattutto dopo le reazioni contrastanti di Mosca e Gerusalemme rispetto al conflitto tra Israele e Hamas.
La Russia ha interesse a consolidare i legami con i Paesi del cosiddetto “Sud del mondo”, dove le azioni di Israele sono fortemente condannate e percepite come espressioni di un doppio standard occidentale che condanna la Russia per l’Ucraina ma tace sull’oppressione dei palestinesi. Dal punto di vista strategico-militare, l’azione russa ha dimostrato la piena operatività e l’efficacia dei sistemi S-400, che fino a pochi giorni fa non erano stati mai impiegati per intercettare missili israeliani.
L’abbattimento di questi missili lancia un chiaro avvertimento non solo a Israele, ma a tutte le forze che potrebbero avvicinarsi alle basi militari russe in Siria. Khmeimim e Tartus rappresentano per Mosca infrastrutture chiave nel Mediterraneo orientale, da cui la Russia proietta il suo potere nella regione e difende i propri interessi militari e geopolitici. Proteggere queste basi non solo mette in sicurezza le forze russe, ma consente anche a Mosca di continuare a esercitare una presenza dominante in Siria, proteggendo il regime di Bashar al-Assad e mantenendo un punto d’appoggio cruciale. La mossa russa quindi non è solo una dimostrazione di forza, ma un avvertimento implicito a Israele e ad altri attori internazionali riguardo alla capacità russa di ostacolare future operazioni aeree contro obiettivi iraniani o siriani, destabilizzando così l’equilibrio della regione. Anche se non si può pensare che Israele volesse colpire direttamente le basi russe, l’intervento del sistema S-400 ha sicuramente lo scopo di delineare una linea rossa che nessuno dovrebbe superare. Questa dinamica fa parte delle più ampie schermaglie tra Mosca e Gerusalemme, dove la Russia ha scelto di agire con maggiore assertività per proteggere i propri interessi, anche in un contesto di crisi internazionale crescente.