Siria. Colloqui di Astana, ‘nessun autogoverno dei curdi’

di Shorsh Surme

Si concluso il 16mo incontro dei cosiddetti colloqui di Astana, svoltisi a Nur-Sultan, capitale del Kazakistan, il cui focus è stato la guerra siriana. Al termine dell’incontro i tre Paesi Iran, Russia e Turchia in una dichiarazione congiunta hanno respinto ogni forma di autogoverno curdo nel Kurdistan Siriano (Rojava), con la scusa della presenza degli Stati Uniti nella regione.
Nonostante che questi ultimi abbiano annunciato il ritiro delle loro forze dalla Siria nell’ottobre 2019, l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato alcune centinaia di militari nel nord-est della Siria, a Deir al-Zour e nella provincia di Hasakah.
Il conflitto siriano, scoppiato il 15 marzo 2011 e tuttora in corso, vede oggi impegnato l’esercito del dittatore Bashar al-Assad, appoggiato da Russia, Iran e dalle milizie libanesi di Hezbollah, legate agli ayatollah iraniani. Sul fronte opposto vi sono i ribelli che combattono sia l’esercito governativo sia lo stato Islamico dell’Isis.
“La Russia di Putin sta cercando di coordinarsi con la Turchia sulla Siria, con l’obiettivo di sconfiggere gli Stati Uniti”, ha affermato a Kurdistan24 Nicholas Heras, analista senior e capo del programma per la resilienza e la fragilità dello Stato presso l’Institute di Washington.
In realtà i colloqui di Astana sono cominciati nel 2016 come tentativo di Russia, Turchia e Iran per minare i colloqui di pace sul conflitto siriano sostenuti dalle Nazioni Unite.