Siria. Erdogan bombarda i curdi perchè vuole la zona cuscinetto

di Enrico Oliari

Fin da ieri sera vi sono stati bombardamenti aerei dell’aviazione turca su posizioni delle forze curde a Kobane (Ayn al-Arab), Tal Rifaat, Ain Daqna e Sinjar. Colpito anche un posto di blocco dell’esercito siriano nei pressi di Kobane, ma ancora non si conosce il numero delle vittime.
Nonostante solo pochi anni fa i curdi avessero rappresentato il vero baluardo all’espansione dell’Isis, gli accordi di Astana fra la Turchia, la Russia e l’Iran hanno portato su volere di Recep Tayyp Erdogan alla creazione di una zona cuscinetto di 30 chilometri al di sotto del confine turco-siriano, a danno delle popolazioni curde.
Il supporto della Turchia, paese Nato, all’Isis è stato almeno fino al 2015 (attentato di Suruc) evidente, basti pensare che decine di migliaia di foreign fighter sono transitati dagli aeroporti turchi, che in Turchia è transitato il petrolio estratto dall’Isis e che per lungo tempo i miliziani jihadisti feriti sono stati curati negli ospedali turchi.
Lo scopo del presidente Erdogan era quella di contrastare il regime di Bashal al-Assad anche per tutelare la minoranza turcomanna, ma con la pretesa di una zona di cuscinetto a spese della Siria il suo obiettivo era di scongiurare i rapporti fra i curdo-siriani, specie del Pyd la cui ala armata è l’Ypg, e il Pkk curdo-turco.
I bombardamenti di queste ore sono stati confermati dal ministero della Difesa di Ankara, da dove si è appreso che è stata messa in atto l’operazione “Spada ad artiglio” con lo scopo di “colpire le basi dei terroristi”. Il ministero ha precisato che l’iniziativa è una risposta “in conformità con i diritti alla legittima difesa contenuti nell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”, con riferimento all’attentato di quasi una settimana fa a Istanbul costato la vita a 6 persone e attribuito al Pkk. Per il ministero è essenziale “colpire i terroristi in Siria e nel nord dell’Iraq”, ma a ben guardare si tratta di una forzatura, dal momento che non si hanno notizie di rapporti e neppure di contatti fra il Pkk e il Partito Democratico Curdo della Siria (Pyd).
Appare invece probabile che Ankara sia alla ricerca di ogni occasione per colpire i curdi in Siria al fine di garantirsi quella zona cuscinetto in territorio siriano che, quella sì, va ben oltre il diritto internazionale.