Siria. Idlib: emergenza umanitaria, l’Europa non vuole i rifugiati

di Shorsh Surme

Il conflitto tra la Russia di Vladimir Putin e la Turchia di Recep Tayyp Erdogan sul controllo di Idlib, in Siria, potrebbe spingere migliaia di profughi verso l’Europa. Mentre le truppe turche si scontrano con le forze del regime di Bashar al-Assad e i civili sfollati continuano ad accumularsi lungo il confine settentrionale, vari attori nazionali e stranieri stanno prendendo in considerazione il trasferimento di centinaia di migliaia di rifugiati in altre parti della Siria, della regione del Kurdistan dell’Iraq o dell’Europa. Quest’ultima si è completamente disimpegnata dall’area del conflitto lasciando campo libero alla Russia e alla Turchia, nonostante l’emergenza umanitaria in corso e le sofferenze dei civili.
I paesi dell’Unione Europea temono di assistere ad una nuova ondata di rifugiati siriani che possa spazzare il continente: nel 2015 due paesi, la Germania e la Svezia, hanno aperto generosamente porte che ora non sono disposte a riaprire, ed anche la Francia di Emmanuel Macron sta cercando di evitare di diventare il prossimo rifugio di massa. Ha quindi proposto un meccanismo per distribuire i nuovi rifugiati in modo proporzionale tra tutti gli Stati membri dell’Ue. I paesi dell’Europa orientale hanno respinto categoricamente questa idea, in particolare la Polonia e l’Ungheria.
Uno dei motivi per cui l’Europa è così riluttante a riaprire le sue porte è perché negli ultimi anni ha subito molteplici attacchi terroristici, alcuni dei quali perpetrati da jihadisti che si sono infiltrati nel continente attraverso meccanismi intesi ad aiutare i rifugiati.
L’arresto di Islam Alloush a Marsiglia dello scorso mese è un esempio lampante di come i servizi di intelligence europei non siano spesso in grado di separare il vero rifugiato dal jihadista.
La battaglia in corso in Siria è per la conquista sia della città di Idlib che delle sue provincie, ormai ultima roccaforte delle forze ribelli siriane impegnate da nove anni nei combattimenti.