Siria. Il Fronte di Al-Bab e la via per Raqqa

di Angelo Gambella

La caduta di al-Bab, nel nord della Siria, nelle mani dei combattenti di Scudo dell’Eufrate direttamente supportati sul terreno dalle forze speciali turche ha posto a diretto contatto le milizie pro-turche con l’esercito siriano che risaliva da sud.
Nella giornata di ieri si è assistito prima alla riconquista di Tadef, cittadina confinante con al-Bab, da parte delle forze armate siriane sui combattenti dell’Isis che erano rimasti sul posto, poi ad un contrattacco dei ribelli siriani intenzionati a loro volta ad entrare nella località. Gli scontri a fuoco sono stati particolarmente duri. Nonostante i proclami sull’ingresso dei militanti nella cittadina, in realtà Tadef risulta oggi chiaramente sotto il controllo dell’esercito siriano.
I governativi, rappresentati sul terreno dalle unità di élite denominate Forze Tigre, hanno proseguito la rapida offensiva nella regione catturando uno dopo l’altro i villaggi che li separavano dal congiungersi con le unità curdo-arabe denominate “Forze Democratiche Siriane”. Questa mattina con la liberazione del villaggio di Jub al-Khafi dall’Isis, l’esercito siriano ha raggiunto l’area curda sbarrando la strada a Scudo dell’Eufrate, evidenziando la vincente strategia di Suheil al-Hassan considerato ormai il miglior comandante militare del conflitto siriano.
L’operazione siriana segna la fine di qualsiasi possibilità per le milizie filo-turche di farsi strada da al-Bab verso Raqqa, la capitale del Califfato considerata fino a pochi giorni fa obiettivo rilevante da Erdogan e dal governo turco. La Turchia, che per raggiungere Raqqa dovrebbe farsi strada attraverso i territori curdi, consegue in ogni caso il successo nell’intento di evitare che a ricongiungersi fossero propri i curdi di Afrin (dell’ovest) e i curdi di Kobane (dell’est). Attraverso il primo consigliere di Erdogan, la Turchia ha ringraziato la Russia per il sostegno fornito nell’operazione ad al-Bab. Senza la cooperazione delle forze armate russe e la posizione personale di Putin, ha dichiarato Ilnur Cevik, i turchi non sarebbero riusciti a liberare la città.
A sud, intanto, le forze curdo-arabe proseguono l’offensiva su Raqqa e riescono a tagliare la strada tra Raqqa stessa e Deir Ezzor, mettendo ora seriamente in pericolo la capitale del Califfato, che risulta di fatto circondata su tre lati, con un ridotto entroterra e l’unico lato libero, quello occidentale, con una limitata possibilità di accesso all’altra sponda dell’Eufrate.
Intanto da Holliwood arriva la notizia dell’assegnazione del premio Oscar quale miglior corto al film sui “White Helmets”, i soccorritori delle aree controllate dai ribelli nella Siria. I caschi bianchi, considerati salvatori-eroi dalla narrativa più favorevole alla ribellione, sono avversati dagli attivisti più vicini al governo-regime tanto per i legami con le formazioni jihadiste della galassia di al-Qaeda che per taluni filmati diffusi come originali ma evidentemente artefatti.