Siria. Il tribunale di Coblenza mette a processo due ufficiali di al-Assad per crimini contro l’umanità

di Alberto Galvi

A Coblenza, in Germania, il 23 aprile scorso presso il Tribunale regionale superiore è iniziato un processo storico per cercare la responsabilità di alcuni dei molti crimini internazionali perpetrati in Siria dal 2011.
Per la prima volta, due ex membri del regime di Bashar al-Assad vengono processati per crimini contro l’umanità perpetrati in Siria. Si tratta del colonnello Anwar Raslan e Eyad Al Gharib, che hanno lavorato entrambi dal 2011 al 2012 per il Dipartimento 251, una famigerata prigione utilizzata dai servizi d’intelligence siriani a Damasco.
Anwar Raslan è stato un ex colonnello dell’esercito siriano, che sarà sul banco degli imputati, accusato del coinvolgimento nell’omicidio di 58 manifestanti nel 2011 e della tortura di altri 4mila nel centro di detenzione di Al Khatib a Damasco. L’altro imputato è Eyad al-Gharib, che sarebbe stato incaricato di radunare i manifestanti, è accusato di assistenza alla tortura e all’omicidio di 30 persone.
Il processo di Coblenza si svolge perché la Germania ha emanato nel 2002 il principio legale della giurisdizione universale per i crimini contro l’umanità, consentendo il perseguimento di gravi crimini nei suoi tribunali anche se avvenuti in altri Paesi. Presso la polizia criminale federale tedesca nel 2003, è stata istituita un’unità speciale per i crimini di guerra, che inizialmente indagava su sospetti genocidi nella Repubblica Democratica del Congo e nella ex Jugoslavia.
Inoltre migliaia di rifugiati siriani hanno presentato domanda di asilo in Germania tra il 2015 e il 2017 e anche i due imputati Anwar Raslan e Eyad al-Gharib sono fuggiti in Germania e hanno fatto richiesta di asilo politico e qui riconosciuti sono stati catturati. L’unità speciale per i crimini di guerra ha ricevuto più di 2.800 denunce per presunti crimini commessi sotto il regime di Bashar al-Assad.
Il processo fornirà un quadro generale dei crimini commessi dal governo siriano. Questa conoscenza può quindi essere utilizzata da altri e in altre circostanze, sia a livello regionale che internazionale. Un elemento che è forse mancato finora al processo di Coblenza.
Per Raslan e Al Gharib ci sarà la possibilità di poter godere dell’immunità dalla giurisdizione penale straniera, a causa del fatto che al momento dei presunti crimini hanno lavorato per il governo siriano.
Secondo il codice tedesco dei crimini contro il diritto internazionale, una persona che esegue gli ordini può essere sollevata dalla propria responsabilità penale se non lo sapeva e non gli era manifesto che l’ordine era illegale. Tuttavia, secondo lo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale, che è stato ratificato dalla Germania, ciò non si applica ai crimini contro l’umanità.
I crimini perpetrati da questi ufficiali siriani non sono che una piccola parte di quelli che la popolazione ha dovuto subire in quasi di nove anni di conflitto. Se dimostrati in tribunale, tali atti saranno considerati crimini di guerra.
La Germania ha già ottenuto un buon risultato mettendo due ex ufficiali dell’intelligence siriana sotto processo per crimini di guerra anche se non è riuscita a includere la violenza sessuale come un crimine contro l’umanità.
Questa mancanza rappresenta una grave svista e un duro colpo per le vittime al fine di poter procedere ad eventuali accuse o mandati di arresto nei confronti di militari siriani che si sono macchiati di questo tipo di reato.