Siria. L’esercito regolare corre in soccorso dei curdi

di Angelo Gambella –

Le trattative politiche tra curdi e Damasco sono andate avanti per mesi, a singhiozzo. Protagonisti il Pyd, partito politico di cui l’Ypg è l’ala armata, e i consiglieri vicini al presidente Bashar al-Assad. Il punto di partenza era evitare la disfatta di Afrin attraverso un compromesso che salvaguardasse la piena autonomia curda e la partecipazione alla gestione delle risorse petrolifere massimamente presenti proprio nel sud est del paese, dove si erano spinte le forze curde appoggiate dalla coalizione Usa.
L’offensiva della Turchia lungamente pianificata, e il ritiro disposto dagli Usa ha accelerato i contatti tra le due parti attraverso i rispettivi comandanti militari.
L’offensiva turca condotta dall’aria dall’aviazione militare di Ankara ma effettivamente portata sul terreno dalle milizie cosiddette FSA, le stesse già affrontate, negli anni, separatamente da curdi e governativi, ha messo rapidamente in difficoltà i combattenti curdi. Validi nel combattimento urbano e nelle azioni di guerriglia, i curdi non potevano resistere all’azione combinata dei cacciabombardieri della potenza turca e dagli assalti delle milizie composte da elementi ribelli siriani, ma anche da componenti jihadiste ed ex qaediste.
I militari, non i politici, hanno sbloccato lo stallo: di fronte al rischio di una capitolazione, i curdi hanno accettato un compromesso al ribasso, con la garanzia di Mosca.
Per protocollo Mosca e Washington si parlano per evitare incidenti: il contatto è avvenuto nella pianura di Manbji.
Il dispiegamento delle forze siriane, seguito al repentino ritiro delle forze Usa dalla linea di contatto con la Turchia, avviene anch’esso con la copertura di Mosca.
Fuori gioco l’ex potenza coloniale francese; evento alquanto significato la Francia ha iniziato ad esfiltrare le forze speciali dal nord-est della Siria.
Le colonne dell’esercito siriano sono in movimento nel pomeriggio di ieri. Si ha notizia di posizioni prese velocemente mentre in altri punti hanno incontrato difficoltà. Dobbiamo attendere il corso della giornata per sapere dove i governativi sono subentrati ai posti di blocco curdi. Ma certamente si ha conferma che i militari siriani sono entrati ieri sera nel centro urbano del capoluogo provinciale di Hasaka, muovendosi dalla periferia dove controllavano ancora una base e pochi chilometri quadrati di villaggi.
Dalla città e aeroporto di Qamshilie, dove l’esercito aveva la sua maggiore enclave dell’est, i soldati si sono mossi nei dintorni.
Da ovest di Aleppo sono entrati nei dintorni di Manbji e si sono mossi verso Kobani, l’eroica cittadina curda. Hanno preso in due ore la città, la base aerea e la famosa diga sull’Eufrate di Tabqa.
La cartina della Siria è cambiata. È necessaria qualche ora per comprendere la portata dell’evento e le conseguenze nei rapporti regionali tra Turchia e Siria, Erdogan e al-Assad.