Siria. L’offensiva si fa. Anzi, no. intanto i turchi controllano i territori dei curdi

di Shorsh Surme –

Sta diventando una barzelletta ciò che sta succedendo tra lo “zar” russo Vladimir Putin, il “sultano” turco Recep Tayyp Erdogan e l’ayatollah iraniano Hassan Rohani sulla questione siriana. Unico a non avere voce in capitolo è il popolo siriano. Infatti da una settimana è in corso un’offensiva contro la città di Idlib, nel nord-ovest della Siria, in mano ai ribelli.
La Russia ha annunciato che non ci sarà nessun’offensiva da parte di “sua maestà” il sultano Erdogan dopo aver presentato un accordo con quest’ultimo per la creazione di una zona demilitarizzata intorno all’area sotto il controllo dei miliziani che Damasco e Mosca puntano a riconquistare massacrando naturalmente la povera gente.
Erdogan e Putin si sono visti a Sochi, sul Mar Nero. Proprio lì, dopo quattro ore ,hanno firmato questa intesa.
E’ stato interpellato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, il quale in merito all’offensiva ha specificato che “L’accordo vuol significare che non ci sarà nessun attacco militare contro la provincia di Idlib”, intorno alla quale da settimane Damasco e Mosca stavano ammassando forze suscitando l’allarme della comunità internazionale e dell’Onu, che hanno paventato il rischio di un bagno di sangue.
L’aspetto più eclatante è le dichiarazione di Erdogan a Putin. Ha detto testualmente che “E’ necessario liberare la Siria dai curdi dell’unione democratica (Pyd) e dai miliziani dell’Ypg”.
Per Erdogan qualsiasi curdo che difende la propria terra è un terrorista, e secondo la sua convinzione contorta deve essere eliminato.
L’occupazione Turca del Kurdistan Siriano (Rojawa) ha avuto un effetto, quello di trasformare la regione curda occupate in protettorati turchi. 
Dopo l’occupazione della città di Afrin da parte delle forze armate di Ankara e delle milizie ad essa collegate sono diventate qualcosa di più di territori sotto la “protezione” dell’esercito turco. Attraverso l’operazione “Scudo dell’Eufrate”, la campagna militare turca partita nell’agosto del 2016 e tuttora attiva, i turchi hanno preso il pieno controllo di queste regioni, rendendole di fatto completamente dipendenti da Ankara.