Siria: quinta tornata di colloqui a Ginevra, ma le posizioni restano distanti

Notizie Geopolitiche

Ha preso il via a Ginevra la quinta tornata di colloqui per la Siria mediati dall’inviato dell’Onu Staffan de Mistura, ma ancora una volta le posizioni dei ribelli e quelle del governo di Damasco si sono mostrate inconciliabili.
D’altro canto gli argomenti che restano insormontabili sono quelli di sempre, in primis il ruolo del presidente siriano Bashar al-Assad, ma non è un mistero che, visti gli insuccessi delle mediazioni dell’organismo sovranazionale, a Damasco si punti più sulle trattative di Astana, promosse da Russia, Turchia e Iran, che invece i ribelli sembrano subire a rischio di perdere il supporto fondamentale di Ankara.
In realtà i due tavoli potrebbero essere complementari, ed incontrando ieri a Mosca de Mistura, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che “Sono stati raggiunti fragili progressi (ad Astana) e ora è necessario consolidare gli sforzi per lavorare sulle quattro questioni tra cui quella dell’assetto politico nel Paese”.
Si guarda quindi al futuro della Siria e l’agenda di de Mistura conta su quattro passaggi quali la lotta al terrorismo, la governance, la nuova Costituzione, e le elezioni, ma la forma scelta è ancora delle discussioni in camere separate con il mediatore che si occupa di trasferirle da una parte all’altra dopo aver fatto le sue osservazioni.
I ribelli, che sono divisi in una serie di sigle e sottogruppi non sempre unanimi, rischiano di trovarsi di giorno in giorno in una situazione sfavorevole, man mano che le truppe governative, sostenute da russi, Hezbollah, curdi e iraniani, conquistano terreno.
Una delle soluzioni sul tavolo è la divisione della Siria in stati federati dalle forti autonomie, con un presidente unico in realtà con poteri solo di rappresentanza.