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Sono state ore di tensioni quelle che hanno coinvolto tre paesi, la Siria, il Libano ed Israele. Tutto è cominciato nella con l’attacco israeliano a un deposito di “missili di precisione” in Siria, come ha spiegato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La struttura, che si trovava ad Aqraba, sarebbe stata controllata dai pasdaran iraniani, e nel raid sono rimasti uccisi due miliziani di Hezbollah ed uno iraniano. Secondo l’esercito israeliano i pasdaran stavano per lanciare un attacco con droni su obiettivi israeliani, e Netanyahu ha ribadito che “L’Iran non gode di immunità in nessuna parte” e che “le nostre forze operano in ogni settore contro l’aggressione iraniana”. “Se qualcuno si alza per uccidenti – ha insistito – uccidilo tu per primo: per questo motivo ho dato disposizione alle nostre forze di essere preparate in ogni scenario”.
Hanno invece mancato gli obiettivi due droni israeliani diretti contro gli Hezbollah libanesi, i quali sono caduti al suolo senza la necessità che entrasse in azione la contraerea: uno si è schiantato al suolo poco lontano dal centro di comunicazione di Hezbollah che ospita la tv al-Manar, e l’esplosione ha causato diversi danni alle strutture coinvolte, mentre il secondo è precipitato sul quartiere Dahyeh di Beirut controllato dagli Hezbollah, senza provocare danni importanti.