Siria. Sviluppi della battaglia nella provincia di Idlib

di Angelo Gambella

La battaglia di Idlib meridionale che coinvolge l’esercito arabo siriano e le forze ribelli, nonché direttamente stati esteri, è estremamente sanguinosa. In oltre un mese di scontri l’esercito siriano ha accumulato più perdite per recuperare il 2% del territorio di Idlib e dintorni che nelle intere campagne per la liberazione delle province del sud di Daraa e Quneitra.
Le forze ribelli risultano coordinate e ben motivate a difendere il loro ministato separato dallo stato siriano. Non ci sono più i famosi “bus verdi” per andare “in esilio” ad Idlib, la battaglia è nei confini di Idlib ed ha raggiunto una ferocia tale che non si vedeva da tempo.
Le fazioni armate di Idlib schierano vari modelli di carroarmato di fabbricazione sovietica ancora in grado di infliggere danni, blindati e mezzi in uso anche in Europa, “tecniche” con mitragliatrici antiaereo. Sono soprattutto i missili controcarro di produzione occidentale e dell’est Europa a procurare i maggiori danni ai governativi. Hanno fatto la loro comparsa anche i temibili MANPADS che costringono il principale alleato di Damasco, la Russia a tenere i cacciabombardieri ad alta quota.
I russi sono direttamente coinvolti sul terreno. Ripetutamente fotografati sul fronte di Hama, ufficiali di collegamento russi e forze speciali nonché contractors russi combattono con i siriani. Le forze armate fedeli al governo del presidente Bashar al Assad schierano gli uomini migliori, ma il fronte è estremamente esteso disperdendo le forze dai monti sopra Latakia alla periferia di Aleppo, per quanto la battaglia si concentra solo in una piccola zona di confine fra Hama ed Idlib. L’efficacia della contraerea russa della base di Hmeynim ha annullato i pericolosi attacchi con droni armati dei ribelli in grado però di danneggiare la centrale elettrica di Hama e ancora di raggiungere con razzi di tipo Grad le cittadine a maggioranza cristiana della provincia di Hama. Filmati diffusi dai ribelli mostrano attacchi suicidi con mezzi blindati, fucilazioni sommarie e decapitazioni di soldati siriani. Non è meno inquietante la figura del comandante siriano con un solo occhio ripreso con i bulldozer impiegati per rimuovere i cadaveri dei ribelli morti a decine negli assalti e nelle frequenti imboscate. Per ora gli attacchi delle milizie di HTS, la componente jihadista e maggioritaria della ribellione, con ondate di inghmasi (élite) che combattono anche fino alla morte hanno costretto l’esercito siriano a perdere alcune conquiste come la cima di Tal Othman e Kafar Nabuda per poi riprenderle a caro prezzo. Il generale delle Forze Tigre governative Suheil al-Hassan compare in prima linea per motivare i suoi. E’ chiaro l’intento dei ribelli di fermare l’attacco siriano ad Idlib con assalti al tutto per tutto con grande sacrificio di uomini e comandanti compreso un ex portiere della massima serie del calcio siriano. La violenza e la difficoltà della battaglia potrebbe indurre il comando siriano a limitare la battaglia alla fascia che avrebbe dovuto essere smilitarizzata con gli accordi russo-turco-iraniani ma tenuta invece dai miliziani.
Solo le prossime ore ci potranno dire se i piani di battaglia di Damasco subiranno un cambiamento. L’opposizione all’operazione capeggiata dalla Turchia, che ha di fatto avallato la partecipazione delle milizie pro turche del nord della Siria ai combattimenti, è il principale motivo della concentrazione degli scontri solo in prossimità della base aerea russa della costa. L’artiglieria siriana e l’aviazione continuano a bombardare giornalmente tutto il fronte per indebolire le milizie. E’ probabile che Damasco tenterà di snidare i combattenti turcomanni (e uighuri) nella zona montuosa di Kabane e Jisr al Shogur, e i ribelli dalla piana di al-Ghaib. Se invece Damasco deciderà di aprire un secondo fronte alla periferia di Aleppo o Idlib est, l’escalation potrebbe avere esiti attualmente imprevedibili.