Slovenia. Il premier Jansa ha respinto la richiesta di dimissioni per la sconfitta referendaria sull’acqua

di Alberto Galvi

Il premier sloveno Janez Jansa ha respinto le richieste dell’opposizione di dimissioni del suo governo a seguito del referendum sulla gestione dell’acqua, una legge considerata dannosa per l’ambiente. L’86,6 per cento degli elettori ha votato contro le modifiche. L’affluenza al referendum dell’11 luglio 2021 è stata del 46,15 percento, la più alta dal 2007. 
Il governo di Janez Jansa ha approvato gli emendamenti di modifica della legge “sull’acqua” a marzo, ma gli ecologisti hanno imposto un referendum adducendo che avrebbe minacciato l’ambiente. L’essenza della questione dell’acqua è una disposizione che regola la costruzione di edifici compresi negozi, hotel e ristoranti che si trovano vicino a laghi, fiumi o mare. Il diritto all’acqua è stato sancito dalla costituzione del paese nel 2016, ma la legge avrebbe permesso di privatizzare interi tratti di coste.
Il governo sloveno ha insistito per aver inasprito i regolamenti edilizi e fornito più fondi per la protezione dall’acqua e dalle inondazioni. Gli oppositori affermano invece che i regolamenti favoriscono gli interessi degli investitori privati, limitano l’accesso pubblico all’acqua, cosa che ne comprometterebbe la qualità.
Con questo referendum gli sloveni non solo hanno respinto una cattiva legge sull’acqua, ma hanno anche votato contro il governo del premier Janez Jansa, che attualmente detiene la presidenza semestrale dell’Unione Europea. La disputa sull’acqua riflette le crescenti tensioni politiche in Slovenia, dove il governo è stato accusato di limitare le libertà democratiche in una nazione tradizionalmente liberale.