Somalia. Accordo con l’Egitto per l’invio di truppe

di Giuseppe Gagliano

L’Egitto ha recentemente inviato aiuti militari alla Somalia, segnando un nuovo capitolo nelle complesse dinamiche geopolitiche del Corno d’Africa. Questo intervento arriva in un momento di crescenti tensioni nella regione, in particolare in seguito a un accordo controverso tra l’Etiopia e la regione separatista del Somaliland. L’accordo ha sollevato preoccupazioni tra vari attori regionali, compresi l’Egitto e la Somalia, entrambi allarmati dalle implicazioni per l’integrità territoriale somala e per la sicurezza regionale.
Il supporto militare egiziano alla Somalia sembra essere motivato da una combinazione di fattori strategici e geopolitici. L’Egitto, storicamente preoccupato per le questioni legate alle risorse idriche del Nilo, vede nell’instabilità del Corno d’Africa una potenziale minaccia alla propria sicurezza. Il progetto della Grande Diga del Rinascimento Etiope (Gerd), considerato vitale per lo sviluppo economico dell’Etiopia, è percepito dall’Egitto come una minaccia esistenziale, data la dipendenza quasi totale del Paese dalle acque del Nilo per i suoi bisogni agricoli e idrici.
L’accordo tra Etiopia e Somaliland, che prevede l’accesso dell’Etiopia al Mar Rosso attraverso il porto di Berbera, è visto dall’Egitto come un’ulteriore espansione dell’influenza etiope nella regione, minando così gli interessi egiziani. In questo contesto rafforzare i legami con la Somalia e fornire assistenza militare può essere interpretato come un tentativo dell’Egitto di controbilanciare l’influenza etiope e di proteggere i propri interessi strategici. La Somalia, dal canto suo, sta affrontando sfide interne significative, inclusi problemi di sicurezza e minacce terroristiche. La firma di un patto di difesa e cooperazione militare con l’Egitto riflette la volontà di Mogadiscio di rafforzare le proprie capacità di difesa e di ottenere sostegno internazionale nella lotta contro il terrorismo. Tuttavia l’accettazione di aiuti militari dall’Egitto potrebbe esacerbare le tensioni con l’Etiopia, già alte a causa dell’accordo con il Somaliland, percepito come una violazione della sovranità somala.
L’invio di truppe egiziane nell’ambito della futura missione di supporto e stabilizzazione dell’Unione Africana in Somalia (AUSSOM) potrebbe essere visto come un ulteriore passo verso una maggiore presenza egiziana nella regione, con potenziali ripercussioni sulle relazioni somalo-etiopi. La competizione per l’influenza nel Corno d’Africa non si limita a Egitto ed Etiopia. Paesi come la Turchia hanno intensificato la loro presenza in Somalia, con accordi di cooperazione in materia di difesa e sicurezza. Questo coinvolgimento di potenze regionali e internazionali evidenzia l’importanza strategica della Somalia e della regione circostante, vista come un punto nevralgico per la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente e dell’Africa orientale. Le tensioni nel Corno d’Africa rischiano di trasformarsi in un conflitto più ampio se non verranno gestite con prudenza. La diplomazia multilaterale, supportata da organizzazioni regionali come l’Unione Africana e la Lega Araba, sarà cruciale per evitare un’escalation e per promuovere una soluzione pacifica e negoziata alle controversie territoriali e di sovranità. L’invio di aiuti militari egiziani alla Somalia è un chiaro segnale dell’intensificazione delle rivalità geopolitiche nel Corno d’Africa. Mentre l’Egitto cerca di proteggere i propri interessi strategici contro l’espansione dell’influenza etiope, la Somalia naviga tra le pressioni interne ed esterne per salvaguardare la propria sovranità. In questo contesto, un approccio diplomatico e concertato sarà essenziale per garantire che la regione non venga trascinata in ulteriori conflitti, ma piuttosto verso una stabilità duratura e una cooperazione pacifica.