Somalia. Il presidente Farmajo ha nominato Mohamed Hussein Roble primo ministro

di Alberto Galvi

Il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed detto Farmajo ha nominato Mohamed Hussein Roble primo ministro, quasi due mesi dopo che il parlamento ha dimesso l’ex primo ministro Hassan Ali Khaire.
Roble sostituirà l’ex primo ministro Hassan Ali Khaire, che è stato sfiduciato dal parlamento a luglio per non aver spianato la strada a elezioni pienamente democratiche previste prima del febbraio 2021.
Il nuovo premier formerà un governo che guiderà il Paese durante il periodo di transizione mentre il Paese si prepara per le elezioni generali.
La nomina di Mohamed Hussein Roble è arrivata poche ore dopo che il presidente somalo e cinque leader regionali hanno raggiunto un accordo su un nuovo modello elettorale rivisto dopo giorni di colloqui a Mogadiscio e fortemente voluto dalla comunità internazionale.
Il governo di Mogadiscio grazie a forti pressioni straniere ha avviato lunghe trattative con gli Stati federali della Somalia su come procedere con le elezioni parlamentari e presidenziali.
Inizialmente la Somalia si era posta l’obiettivo nel 1969 di tenere la sua prima elezione con un voto completamente democratico.
Il processo di rinnovamento democratico è stato frenato in questi decenni dalle lotte intestine politiche tra il presidente e i leader regionali del Paese.
Successivamente è entrato in vigore un sistema più complesso in cui i delegati speciali scelgono i legislatori che poi votano per il presidente.
L’accordo elettorale è stato approvato da 3 Stati su cinque, ma respinto dai leader regionali del Puntland e del Jubaland.
Il compromesso è stato approvato il 20 agosto scorso dal presidente Mohamed e dai leader regionali del Galmudug, di Hirshabelle e dello Stato del Sud Ovest.
Secondo il nuovo modello elettorale, ai clan sarà consentito di mantenere più potere rispetto ai partiti politici, che invece speravano di condividerlo in parti uguali.
La selezione dei 101 delegati di ogni Stato per eleggere i membri del parlamento sarà effettuata dagli anziani tradizionali, dai leader della società civile e dalle autorità regionali.
Il nuovo accordo è stato suddiviso in quindici punti e riguarda principalmente la gestione delle votazioni e dei relativi processi. In questo modo si consentirà al governo federale e alle amministrazioni regionali di nominare le commissioni elettorali federali e regionali in modo da poter gestire al meglio e senza intoppi il processo elettorale.
Inoltre il prossimo 1° novembre inizierà la pianificazione delle elezioni in tutti e cinque gli Stati attraverso due località per Stato. I rappresentanti della repubblica separatista del Somaliland, saranno eletti nella capitale Mogadiscio.
L’accordo prevede anche una quota rosa parlamentare che garantisca alle donne il 30 per cento dei seggi in entrambe le Camere. La Camera bassa è composta da 275 membri e la Camera alta composta da 54 membri.
Il governo somalo ha rinviato così l’applicazione delle riforme democratiche sostenute dalla comunità internazionale, ed in particolare dalle Nazioni Unite, a dopo le prossime elezioni del 2021.
Il presidente Farmajo a febbraio aveva firmato la legge che conferiva ai cittadini comuni il diritto di voto alle elezioni parlamentari, ma ha ammesso che le elezioni indirette sono le preferite dai leader regionali.
Il capo di Stato somalo ha incaricato Roble di formare un nuovo governo per guidare il Paese durante il periodo di transizione mentre la Somalia si prepara alle elezioni generali del 2020/2021.
Il mandato dell’attuale parlamento termina il 27 dicembre di quest’anno, mentre il mandato del presidente Farmajo termina il 7 febbraio 2021.
Per la Somalia la transizione al voto con un nuovo leader sembra essere l’unica soluzione verso un lento cambiamento che porti a una reale svolta democratica il Paese, visto che un accordo tra il presidente somalo, i cinque leader regionali e il sindaco di Mogadiscio sarebbe stato impossibile da raggiungere entro i termini elettorali previsti.