Somalia. L’impotenza di Mogadiscio: nuova data per le elezioni

di Valentino De Bernardis

E quattro. Tra motivazioni e problemi più o meno concreti, giovedi 8 dicembre, per la quarta volta in pochissimi mesi, il Forum Nazionale delle Leadership (NFL) ha fissato una nuova data per le elezioni generali nel paese. Il corpo collegiale del NFL, composto dal presidente della repubblica, dal primo ministro, dai leader delle regioni federali e dai membri anziani dei clan, dopo aver procrastinato l’appuntamento elettorale da agosto a settembre, e poi ad ottobre e successivamente a novembre, a causa dell’impossibilità di garantire il necessario grado di sicurezza, problemi logistici e la regolarità del voto, ha nuovamente spostato l’appuntamento elettorale per il 28 dicembre 2016.
Un’involontaria dimostrazione di impotenza da parte delle istituzioni somale che, al momento, è la prima e più grande vittoria da parte dei gruppi terroristici operanti per destabilizzare il paese, e ricacciare nell’angolo i rappresentanti di Mogadiscio. Debolezza che in primo piano va a colpire i le cariche istituzionali ora operanti, accusate dall’opposizione democratica di non saper rispondere alle emergenze politico-sociali-economiche in cui il paese è caduto il paese dal 1991, e di voler solamente prolungare il loro mandato, alimentando il malcontento popolare in particolare nei confronti del presidente uscente Hassan Sheikh Mohamoud.
Pericolose fratture assolutamente da far evitare, per cui il NFL ha invitato i due organi che si occupano della gestione del voto, FIEIT e SIEIT di portare a termine entro il 14 dicembre le elezioni parlamentari per poi procedere all’elezione del presidente della repubblica. E’ qui importante ricordare come la Somalia adotti un suffragio limitato, per cui al voto non prendono parte tutti i cittadini secondo il sistema di una persona un voto, ma solamente i 14.025 delegati rappresentanti dei diversi clan, per l’elezione di 275 membri della camera bassa, mentre i 54 membri della camera alta sono eletti dagli Stati che compongono la federazione. I rappresentati delle Camere poi provvederanno all’elezione del presidente.
In linea con quanto previsto dalla costituzione, il calendario stilato dal NFL prevede per 15 dicembre il giuramento dei nuovi legislatori, per poi procedere entro il 28 dicembre al rinnovo della carica presidenziale. Una poltrona forse mai così difficile da occupare. I principali candidati rimangono il sopracitato presidente uscente Hassan Sheikh Mohamoud, il primo ministro Omar Abdirashid Sharmarke, l’ex presidente federale di transizione Sharif Sheikh Ahmed e il presidente del South West Interim Admonition Sheriff Hassan Sheikh Aden. Una corsa a quattro in cui a farla da padrona saranno le alleanze classiche post-elettorali e la redistribuzione delle cariche nel prossimo esecutivo.
Quella decisa dal NFL rimane un’agenda a dir poco ambiziosa, a cui i gruppi terroristi hanno risposto con nuovi attacchi terroristi, ultimo in ordine cronologico, lo scoppio di un’autobomba a Mogadiscio che la mattina dell’11 dicembre ha colpito una stazione di polizia nella zona portuale di Mogadiscio [notizia in continuo aggiornamento mentre questo articolo viene pubblicato], in una costante aperta sfida anche alle forze di sicurezza del paese. C’è quindi da ritenere che senza un rafforzato impegno del sostegno della comunità internazionale anche il nuovo appuntamento elettorale sarà rinviato a data da destinarsi.
Quella comunità internazionale in cui hanno un ruolo predominante i leaders africani, alle prese con il nodo di Gordio della missione di peacekeepers dell’African Union Mission in Somalia (Amisom). Una missione con molti luci ed ombre iniziata nel febbraio 2007 che dovrebbe giungere a compimento ad Ottobre 2018, senza pero essere riuscita ad aver portato a compimento il suo compito di assicurare la pacificazione del paese. La capacità di persuasione verso i paesi impegnati con le proprie forze armate nell’Amisom (Uganda, Kenia, Etiopia, Burundi e Gibuti) o i suoi finanziatori (Unione Europea e Stati Uniti su tutti), per un ulteriore prolungamento della missione internazionale o una decisiva offensiva nel 2017, rappresenta il primo e più arduo esame in politica estera del nuovo presidente della repubblica somalo. Evitare di rimandare il voto oltre il 28 dicembre pare quindi un primario bisogno per il paese e per l’intera regione.

Nella foto: il presidente uscente Hassan Sheikh Mohamoud.

@debernardisv
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