di Giuseppe Gagliano –
Lo Jubbaland, regione semi-autonoma della Somalia situata al confine con Kenya ed Etiopia, ha annunciato la sospensione totale delle relazioni con il governo federale di Mogadiscio, portando a un’escalation di tensioni mai sopite. La regione, considerata il granaio del Paese e sede di un porto strategico a Kismayo, ha recentemente rieletto Ahmed Mohamed Islam Madobe come presidente regionale per un terzo mandato. Tuttavia, il governo federale somalo, guidato dal presidente Hassan Sheikh Mohamud, ha respinto l’esito delle elezioni, accusandole di essere state condotte senza il necessario coinvolgimento delle autorità centrali. Questo ha portato a una grave rottura istituzionale, culminata nell’emissione di mandati di arresto reciproci tra i leader delle due entità.
Il governo di Mogadiscio, attraverso i suoi tribunali, ha accusato Madobe di tradimento e di aver divulgato informazioni riservate a soggetti stranieri. Parallelamente, lo Jubbaland ha risposto accusando il presidente federale di violazioni costituzionali, corruzione e mancata lotta contro i gruppi insurrezionali islamisti. Questo scambio di accuse avviene in un contesto in cui la Somalia fatica a gestire un equilibrio tra le sue regioni semi-autonome e il governo centrale, un problema accentuato dal rapporto deteriorato con il Somaliland, che cerca il riconoscimento internazionale come stato indipendente.
La posta in gioco nello Jubbaland è alta, non solo per le sue risorse agricole e il suo porto, ma anche per la zona marittima circostante, potenzialmente ricca di petrolio e gas, oggetto di disputa con il vicino Kenya. Con l’intensificarsi delle tensioni, il governo federale ha inviato truppe nella regione, aumentando il rischio di scontri diretti. Questo ricorda le tensioni del 2021, quando le autorità regionali si erano opposte al tentativo dell’allora presidente Mohamed Abdullahi Mohamed di prolungare il proprio mandato, portando il Paese sull’orlo di un conflitto armato interno.
La situazione mette in evidenza le difficoltà della Somalia nel costruire un modello di governance inclusivo e stabile, capace di rispondere alle istanze delle sue regioni. La lotta per il potere tra il centro e le periferie, sommata alle sfide della sicurezza, del terrorismo e della povertà diffusa, continua a ostacolare il cammino verso una pace duratura. Resta da vedere come il governo federale affronterà questa crisi, con il rischio che il deterioramento delle relazioni tra Mogadiscio e lo Jubbaland possa minare ulteriormente la fragile unità della Somalia.