Somaliland. I negoziati con la Somalia continueranno dopo le prossime elezioni

di Alberto Galvi

Nei prossimi mesi la Somalia e il Somaliland si preparano ad affrontare degli appuntamenti elettorali molto importanti per il loro futuro, che però rischiano di diventare degli impedimenti a continuare i negoziati tra la Somalia e l’autoproclamata repubblica del Somaliland. Nel giugno 2020 i funzionari del governo somalo, guidati dal presidente Farmajo, hanno incontrato una delegazione del Somaliland guidata dal presidente Muse Bihi Abdi.
Il vertice era stato ospitato dal presidente Ismail Omar Guelleh di Gibuti e alla presenza del primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali. Le due parti non hanno raggiunto l’accordo sullo status politico del Somaliland, che ha dichiarato l’indipendenza da Mogadiscio nel 1991.
Il mese scorso il parlamento somalo ha licenziato il primo ministro Hassan Ali Khaire per non essere riuscito ad assicurare lo svolgimento delle elezioni generali a garantire la sicurezza nazionale. Da allora il team di tecnici che doveva seguire i colloqui di Gibuti non si è più riunito.
L’incontro a Gibuti è stato il primo in cui i presidenti della Somalia e del Somaliland si sono incontrati dal 1991, da quando il governo somalo è crollato e il Somaliland ha dichiarato la sua indipendenza. Il Somaliland non è stato ancora riconosciuto da nessun Paese.
Nel frattempo la Somalia e l’autoproclamata repubblica del Somaliland si dirigono verso le elezioni, mentre i partner internazionali come i Paesi dell’Unione europea, quali Regno Unito, Francia, Irlanda, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Germania sostengono l’accordo tra le due parti. Della stessa opinione nel continente africano sono AMISON (African Union Mission to Somalia), l’IGAD (Intergovernmental Authority on Development), l’Etiopia e l’Uganda.
A livello internazionale il raggiungimento dell’accordo tra i due Paesi è sostenuto anche da Canada, Cina, Unione europea, Giappone, Norvegia, Svizzera, Turchia, Stati Uniti e le Nazioni Unite.
I partner internazionali della Somalia accolgono con favore l’impegno delle due delegazioni a proseguire il dialogo tra il presidente Farmajo e il presidente Muse Bihi Abdi.
Tornare ai colloqui probabilmente non sarà facile a causa delle incomprensioni che ormai durano da decenni tra le due parti e che hanno portato alla separazione i due Paesi.
Con le elezioni parlamentari e presidenziali che si avvicinano rispettivamente nel 2020 e nel 2021 i leader dei due Paesi dovranno affrontare alcuni dissidi interni.
Farmajo dovrà affrontare le pressioni dei nazionalisti che vogliono evitare il proseguimento dei colloqui, mentre il leader del Somaliland Muse Bihi dovrà affrontare le pressioni politiche dei separatisti intransigenti, inclusi gli ex ribelli, per i quali è impossibile fare qualsiasi concessione alla Somalia.
Le discussioni sullo status politico del Somaliland continueranno dopo le prossime elezioni in Somalia anche se aspettare fino ad allora potrebbe essere pericoloso.
Le potenze regionali competono fra di loro per chi riuscirà ad ottenere la stabilità nella regione a costo zero, mentre Somaliland e Puntland rimangono ai ferri corti con entrambe le forze in campo, che si radunano nelle aree di confine.
La mediazione internazionale in particolare dell’Unione europea sarà cruciale per ottenere dei progressi nel dialogo tra Somalia e Somaliland.
Per sconfiggere l’insurrezione islamista degli al-Shabaab sarà necessario che Mogadiscio e Hargeisa condividano i servizi d’intelligence mettendo in comune le risorse da spendere. Il gruppo terroristico prende spesso di mira i siti militari di Mogadiscio e controlla la maggior parte dei territori della Somalia meridionale e centrale.
Il Somaliland ha inoltre irrisolto delle dispute territoriali con il Puntland a causa dei territori contesi lungo il confine. La disputa è incentrata sulle rivendicazioni nelle regioni di Sool, Sanaag e Cayn.
Queste dispute difficilmente saranno risolte dalle due parti se non saranno affrontate a livello locale, regionale e nazionale.
Si spera che i colloqui riprendano al più presto e che si possa arrivare ad un accordo entro la fine di questo importantissimo anno per il Somaliland e la Somalia, in cui si celebrano i 60 anni dalla liberazione dai colonizzatori italiani e britannici.