Sophia. Trenta delusa per il mancato accordo sulla roteazione dei porti

Per Mogherini bisogna lavorare attraverso il dialogo. Salvini minaccia l’uscita dalla missione.

di Guido Keller

Sul tema migranti è finito nell’ennesimo nulla di fatto per l’Italia il vertice informale dei ministri della Difesa e degli Esteri dell’Ue che si è tenuto a Vienna. Tra gli argomenti trattati quello a cui premeva l’Italia era il riordino della missione Sopfia (Eunafor Med), che dall’aprile 2015 opera nel Mediterraneo attraverso le unità di diversi paesi riunite sotto il comando italiano con l’obiettivo di contrastare la tratta dei migranti, anche neutralizzando i mezzi dei trafficanti di uomini e formando la Guardia costiera libica. In vista della scadenza naturale della missione e quindi del rinnovo della stessa, l’idea del governo, portata dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, era quella di stabilire una roteazione dei porti di approdo sotto un coordinamento unificato, anche perché “l’Italia non può essere l’unico porto di sbarco” e quindi continuare a farsi carico di tutti i migranti che tentano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo. Dai colleghi europei è arrivato però un cortese “no grazie”, ormai una prassi, per cui Trenta ha dichiarato di sentirsi “delusa” e di aver “visto che l’Europa non c’è”. Va detto che Trenta non era arrivata a Vienna in un clima a lei favorevole per via dei pugni battuti sul tavolo e del poco bon ton del collega di governo Matteo Salvini, che giusto oggi ha definito il francese Emmanuel Macron “ipocrita e chiacchierone” per aver “respinto 40mila migranti” alla frontiera di Ventimiglia.
L’idea che è prevalsa a Vienna è stata quella di rivedere sì le regole di Sophia, ma tra tre mesi, quando la missione scadrà, e comunque non è detto che le cose vadano come Roma vuole, dal momento che permangono posizioni diverse per non dire contrapposte. Tant’è che una stupefatta Trenta si è chiesta “cosa cambia tra tre mesi? Noi dovremmo rivedere le regole già oggi ma non tutti hanno compreso questo discorso”.
Per la Pesc Federica Mogherini va comunque trovata “nelle prossime settimane” un’intesa sostenibile sugli approdi dei migranti che coinvolga anche i ministri dell’interno ed i capi di governo e di Stato: “Si tratta di un passo necessario che richiede la collaborazione degli stati Ue”. “Non è e non sarà un esercizio facile – ha spiegato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue -, ma è un dovere, perché in questi anni abbiamo provato che l’Ue può fare la differenza nel Mediterraneo. Perdere questo bene sarebbe un grande passo indietro per gli Stati membri e tutta l’Ue”.
Già durante l’incontro il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva fatto sapere che “Abbiamo chiesto la rotazione dei porti di sbarco delle navi della missione Sophia, perché non è possibile che tutti i migranti soccorsi vengano da noi come sottoscritto dal Governo Renzi che ci ha lasciato con questa eredità pesante. Se dall’Europa arriverà l’ennesimo no dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale ma poi gli oneri ricadono solo su un Paese”.