Sri Lanka. Approvato un nuovo emendamento che aumenta i poteri del presidente

di Alberto Galvi

Alla fine di settembre la Corte suprema dello Sri Lanka si è pronunciata a favore dell’emendamento della riforma costituzionale proposto dal governo che dà al presidente l’immunità e il potere di sciogliere il parlamento.
La Corte suprema ha inoltre affermato che quattro clausole della riforma richiedono un referendum per essere approvate, mentre il resto può essere approvato dal parlamento con una maggioranza di due terzi.
Hanno invece esortato il governo a ritirare il disegno di legge i partiti politici di opposizione, le organizzazioni influenti della società civile e religiosa dello Sri Lanka, che si oppongono al fatto che il parlamento diventi un organo nominale, rischiando una deriva autoritaria.
Nei giorni scorsi il parlamento dello Sri Lanka ha approvato un emendamento costituzionale che concentrerà il potere nelle mani del presidente, rafforzando il potere politico familiare del presidente Gotabaya Rajapaksa.
Il gruppo di potere dei Rajapaksa ha introdotto il nuovo emendamento al fine di annullare il precedente introdotto nel 2015, con cui furono tagliati i poteri presidenziali, conferendo più potere al parlamento.
L’approvazione dell’emendamento consente ai fratelli Rajapaksa di rafforzare il loro potere all’interno delle istituzioni del Paese. Infatti saranno parlamentari insieme al primo ministro anche alcuni membri della sua famiglia.
L’emendamento costituzionale è stato approvato con 156 voti a favore e 65 contrari. Il parlamento del Sri Lanka è composto da 225 seggi. L’emendamento votato permetterà al presidente di nominare ministri e rimuovere il primo ministro.In aggiunta potrà sciogliere il parlamento a suo piacimento ed eleggere nuovi deputati.
Inoltre aumentando i poteri del presidente diminuiranno quelli del primo ministro innescando la rivalità tra i due fratelli. Tuttavia è improbabile che Mahinda Rajapaksa ceda i suoi poteri mentre sta promuovendo suo figlio Namal come erede.
Con questa riforma il presidente Gotabaya Rajapaksa potrà detenere un numero qualsiasi di ministeri, nominare e licenziare ministri e nominare i giudici, i funzionari delle istituzioni chiave del Paese e le commissioni come quelle sulla corruzione.
Con il nuovo emendamento il presidente non è tenuto a dare attuazione alle osservazioni del consiglio costituzionale, che viene abolito a favore di un consiglio parlamentare.
Il presidente può anche sciogliere il parlamento dopo due anni e sei mesi dalla sua elezione. L’emendamento precedente proibiva di sciogliere il parlamento fino a sei mesi prima della scadenza del suo mandato di cinque anni.
Rajapaksa ha anche superato l’opposizione interna a una clausola che revocava il divieto ai cittadini di ricoprire doppie cariche politiche. Ciò rafforzerà ulteriormente la presa della famiglia Rajapaksa sul potere politico dello Sri Lanka.
L’emendamento è stato approvato con diverse modifiche perché la Corte suprema in precedenza aveva stabilito che alcune clausole proposte nel testo originale erano contrarie alla sovranità popolare.
Queste clausole avevano bisogno dell’approvazione di un referendum popolare per diventare legge.