Sri Lanka. Crisi politica: Sirisena sospende il parlamento

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Lo Sri Lanka è entrato in piena crisi politica dopo che il presidente della Repubblica, Maithripala Sirisena, si è visto costretto a sospendere il Parlamento perlomeno fino al 16 novembre. Oggi vi sarebbe dovuta essere stata una seduta per votare la fiducia all’ex premier Ranil Wickremesinghe del Partito Nazionale Unito (UNP), il quale si è detto certo di avere ancora un’ampia maggioranza, mentre Sirisena lo ha licenziato per sostituirlo con Mahinda Rajapaksa, già ministro della Salute sotto la sua amministrazione dal 2010 al 2014.
Il governo vede una maggioranza formata da UNP e Alleanza della Libertà del Popolo Unito (UPFA), la forza politica di Sirisena, partiti che tuttavia hanno severamente perso consensi in occasione delle elezioni di febbraio a vantaggio del Partito della Libertà dello Sri Lanka, a cui appartiene Rajapaksa.
I rapporti tra i due partiti al governo si sono deteriorati soprattutto per i litigi fra Sirisena e Wickremesinghe, divisi su temi politici e strategici ma anche perché Wickremesinghe avrebbe voluto candidarsi presidente e Sirisena aveva garantito che non si sarebbe presentato alle elezioni, cosa che ha poi fatto.
Il ministro delle Finanze del governo Wickremesinghe, Mangala Samaraweera, si è riferito all’atteggiamento del presidente parlando di incostituzionalità in quanto nel 2015 ne erano stati limitati attraverso una riforma i suoi poteri, ed ha twittato che quello in corso è “un colpo di stato”.