Sri Lanka. Paese in default. Proteste contro i fratelli Rajapaksa al potere

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Il governo dello Sri Lanka, guidato dal presidente Gotabaya Rajapaksa e dal premier Mahinda Rajapaksa, ha chiesto 4 miliardi di dollari in prestito al Fondo monetario internazionale (Fmi) nel tentativo di far fronte alla gravissima crisi economica in cui è precipitato il paese, che pochi giorni ha annunciato il default.
Dopo aver pagato 8,6 miliardi di dollari in obbligazioni, il paese è rimasto letteralmente senza soldi: il governo ha sospeso i pagamenti degli stipendi al fine di assicurare l’acquisto di generi alimentari, mentre i debiti ammontano a 50 miliardi di dollari, la metà del Pil. Bloccato il pagamento dei debiti in scadenza pari a 20 miliardi di dollari, denaro soprattutto di Giappone e Cina.
Intanto nel paese, in particolare a Colombo, si susseguono le violente proteste della popolazione infuriata con i Rajapaksa, che sono fratelli ed espressione di un clan che ha affidato ad altri parenti ruoli chiave della pubblica amministrazione. I manifestanti denunciano il malaffare e l’alto livello di corruzione, e chiedono le dimissioni del premier e del presidente, rimasti al potere nonostante le dimissioni del governo e la mancanza della maggioranza in Parlamento.
Lo Sri Lanka è un paese a sud dell’India, conta circa 22 milioni di abitanti.