Sri Lanka. Situazione economica catastrofica: scappa il presidente, si dimette il premier

di C. Alessandro Mauceri

A Colombo, nello Sri Lanka, migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto la residenza del presidente del presidente Gotabaya Rajapaksa chiedendo le sue dimissioni. Salvo il presidente che ieri era fuggito la sera prima sotto protezione militare, ed oggi ha rassegnato le sue dimissioni.
Sabato pomeriggio anche il primo ministro Ranil Wickremesinghe aveva dovuto affrontare richieste di dimissioni e aveva preannunciato che lo avrebbe fatto dopo la formazione di un nuovo governo con rappresentanti di tutti i partiti, ma non c’era stata alcuna risposta da parte del presidente. Wickremesinghe era stato nominato a maggio dopo che Mahinda Rajapaksa, fratello maggiore del presidente ed ex presidente, è stato costretto a lasciare il suo incarico. Nelle proteste di ieri la residenza del premier è stata data a fuoco.
Alla base di tutto la crisi economica senza precedenti che attanaglia il paese. Poche settimane fa all’annuncio del ministro dell’Energia che aveva avvertito di aver praticamente esaurito le riserve di carburante, e che diverse spedizioni erano state ritardate, il prezzo del carburante aveva subito un’impennata: Ceylon Petroleum Corporation (CPC) aveva dichiarato di aver aumentato il prezzo del diesel, ampiamente utilizzato nei trasporti pubblici, del 15% al litro, mentre la benzina è aumentata del 22%. Ai privati è stato comunque interdetto già settimane fa l’acquisto dei carburanti. Il ministro Wijesekera ha detto che il PCC, gestito dallo stato, non è stato in grado di dire quando sarebbero arrivate le forniture di petrolio. La società aveva anche chiuso la sua unica raffineria per una carenza di petrolio greggio. Kanchana Wijesekera si è scusato attribuendo il problema a motivi “bancari”.
Intanto una delegazione del Tesoro degli Stati Uniti e del Dipartimento di Stato ha avviato colloqui per “esplorare modi più efficaci per gli Stati Uniti di sostenere gli srilankesi bisognosi”, come ha riferito l’ambasciata degli Stati Uniti a Colombo. L’ambasciatrice Julie Chung ha dichiarato di aver chiesto 158,75 milioni di dollari per aiutare gli abitanti dello Sri Lanka. Anche l’ONU ha lanciato un appello di emergenza: 47 milioni di dollari per sostenere le fasce più deboli della popolazione dell’isola, dove circa 1,7 milioni di persone hanno bisogno di “assistenza salvavita” e quattro persone su cinque non riescono ad avere accesso agli alimenti a causa di gravi carenze e aumenti dei prezzi. Alla crisi legata al petrolio infatti, nello Sri Lanka si sta verificando una grave carenza di valuta estera per finanziare le importazioni più essenziali tra cui cibo e medicinali.
Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere di aver accettato la richiesta di aiuti formulata da Rajapaksa prima delle dimissioni, e nei prossimi giorni dovrebbero arrivare nello Sri Lanka navi cariche di carburante a prezzo scontato. L’ex presidente aveva chiesto al leader russo di inviare anche turisti, dal momento che il paese era una meta molto frequentata prima dalla pandemia di Covid-19
Per ridurre i consumi energetici il governo ha chiuso alcune istituzioni statali non essenziali e le scuole per due settimane, diversi ospedali in tutto il paese hanno riportato anche un forte calo della presenza di personale medico. “La nostra economia ha affrontato un collasso completo”, ha detto Wickremesinghe. “Ora stiamo affrontando una situazione molto più grave al di là della semplice carenza di carburante, gas, elettricità e cibo”.
Incapace di rimborsare il debito estero da 51 miliardi di dollari e con il paese in default, ad aprile il governo aveva dichiarato di essere inadempiente e aveva avviato negoziati con il Fondo Monetario Internazionale per un possibile salvataggio. Ma non si era saputo più nulla. Questo ha esacerbato gli animi e ha scatenato la reazione di migliaia di persone che hanno violato la sicurezza e preso d’assalto la residenza del presidente e quella del primo ministro Temple Trees, assalita quando i manifestanti radunatisi fuori dalla sua abitazione sono stati colpiti con gas lacrimogeni. Diversi giornalisti sarebbero stati coinvolti negli scontri con la polizia.
Il governo dovrebbe passare ora al presidente del Parlamento il tempo necessario per indire nuove elezioni, ma nel paese la situazione è caotica ed è difficile ipotizzare scenari.
Rajapaksa e la sua famiglia hanno dominato il paese, oggi in default, per quasi un ventennio: il fratello del presidente, Mahinda Rajapaksa, è stato costretto a dimettersi per le proteste della piazza in aprile, era al suo quarto mandato di premier. La famiglia è accusata di aver letteralmente depredato il paese, portando ingenti capitali nei conti esteri.