Strage di curdi nell’Iran della Rivoluzione, ‘ho visto dove hanno sepolto i corpi’

di Enrico Oliari

iran rivoluzione strage fuoriSanandaj è una città di oltre 300mila abitanti situata nel Kurdistan iraniano a quasi 1500 metri di altitudine, non lontano dal confine turco.
Abitata da gente semplice, legata alle tradizioni, ha conosciuto gli effetti negativi della Rivoluzione del 1979, come la sparizione di centinaia di giovani che in quegli anni non condividevano il sovvertimento dello Stato con la caduta dello scià di Persia e la nascita della Repubblica islamica iraniana, o che lottavano per il riconoscimento della propria identità di curdi.
Ci furono scontri, ci furono morti. Molti morti.
Alì, che per ovvi motivi preferisce rimanere anonimo, ha 55 anni, ed è di Sanandaj. Lo incontriamo a Yerevan, in Armenia, dove esporta pistacchio ed altri generi alimentari legati alla produzione della sua terra.
E racconta di quei momenti, quando ha visto con i suoi occhi quanto la furia della violenza motivata dall’ideologia si può spingere oltre.
Una mattina di aprile del 1980 mi stavo recando a lavoro attraverso i campi, come facevo tutti i giorni – ha raccontato a Notizie Geopolitiche – ed ho notato un’ampia parte di terreno mosso, che non avevo mai visto. Mi sono avvicinato ed ho visto mani, gambe che spuntavano dalla terra. Tutti sapevano che la sera prima alcuni armati del nuovo regime avevano radunato un certo numero di oppositori e li avevano giustiziati. Si tratta di una strage cancellata dalla memoria storica, di cui non si è mai parlato abbastanza, anche perché si ha paura, in Iran, a toccare certi argomenti“.
– Tuttavia molti altri conosceranno il luogo e, forse, con il nuovo corso politico dettato da Rohani è arrivato il momento di scavare e di portare alla luce quel dramma…
Non penso sia possibile, in quanto poco dopo la zona venne recintata e sopra vi costruirono la pista dell’aeroporto della città. Comunque è una cosa che tutti sanno, a Sanandaj: forse prima o poi le autorità vorranno rendere a quei corpi la dignità che loro spetta“.
– Chi erano le persone fucilate?
Curdi, oppositori politici del nuovo regime. Da sempre noi curdi chiediamo e lottiamo per il riconoscimento della nostra identità e dei nostri diritti come minoranza etnica, ancora prima che Khomeini prendesse il potere“.